Non basta condividere lo stesso patrimonio genetico per vivere davvero da fratelli e sorelle, perché spesso i legami famigliari sono segnati da profonde divisioni e ostacoli. Ma quando, oltre che dal sangue, sono accomunati anche da un’armonia spirituale, allora i fratelli e le sorelle divento i testimoni più efficaci del regno di Dio. Una testimonianza resa fino in fondo da santa Scolastica assieme al fratello san Benedetto: la loro santità, ovviamente, è un risultato personale, ma assieme essi ci offrono il quadro di un amore che supera il tempo e lo spazio. San Gregorio Magno nei suoi «Dialoghi» ci descrive l’ultimo commovente colloquio, nel 547, tra i due fratelli, che ogni anno si trovavano a metà strada tra i loro monasteri per parlare «delle gioie della vita celeste». Al momento di salutarsi Scolastica espresse il desiderio che quel colloquio potesse continuare e così fu, grazie a un improvviso temporale. Seguendo le orme del fratello, Scolastica nella regola per il suo monastero aveva messo al primo posto il silenzio: la parola doveva servire solo per parlare di Dio. A lei, infatti, si deve la fondazione del ramo femminile dell’Ordine Benedettino. Nata a Norcia attorno al 480, fu mandata con il fratello a Roma per gli studi, ma la vita dissoluta della città spinse entrambi verso il romitaggio. Scolastica seguì il fratello prima a Subiaco e poi nei pressi di Montecassino, fondando il monastero di Piumarola, dove morì nel 547.
Altri santi. San Silvano di Terracina, vescovo (V sec.); beato Alojzije Viktor Stepinac, vescovo e martire (1898-1690).
Letture. Romano. Gen 3,1-8; Sal 31; Mc 7,31-37.
Ambrosiano. Sir 32,1-13; Sal 103 (104); Mc 8,22-26.
Bizantino. 2Gv 1,1-13; Mc 15,20b.22.25.33-41.
t.me/santoavvenire