«Se tutte le ragazze del mondo si dessero la mano, allora ci sarebbe un girotondo attorno al mondo. Se tutti i ragazzi del mondo volessero diventare marinai, allora si farebbe un grande ponte intorno al mare. Se tutta la gente si desse la mano, se il mondo finalmente si desse una mano, allora ci sarebbe un girotondo attorno al mondo». È una poesia di Paul Fort cui è ispirata la canzone che i ragazzi della scuola primaria di Borgo Valsugana mi hanno cantato la settimana scorsa. «Come ti chiami», chiesi a qualcuno: «Melissa, Vahit, Matteo, Arbinet, Pietro, Vladimir, Antonio, Sabrina, Ayna, Nicola, Madeling, Mohamed, Giulia, Melisa, Elzang... Questi i nomi sorprendenti dei ragazzi delle quinte A,B e C. Venti nazionalità diverse, mi dicono le insegnanti, sono in questa scuola dove buona parte dei Paesi d'Europa e dell'Africa sono rappresentati, non per un disegno particolare, ma perché cittadini di questa valle. I ragazzi hanno già fatto la loro Europa Unita al di là della politica, delle istituzioni, dell'economia. Hanno trovato il modo di comporre un loro sistema di vita che va bene a tutti, hanno capito che non sono il colore della pelle o le antiche storie di guerre vinte o perdute che impediscono loro di camminare tenendosi per mano, di condividere problemi di oggi e speranze di domani. Il corpo insegnante ha voluto completare quest'anno di studi con la storia dell'Autonomia del Trentino e con la conoscenza di chi si era per primo impegnato a dare alla terra delle sue origini la forza di ripresa e di un nuovo futuro. Il lavoro dei ragazzi, composto in un piccolo quaderno ricco di disegni e di meditazioni sull'apporto di De Gasperi, loro concittadino, alla soluzione di tanti problemi, li ha resi curiosi su tutta la storia del nostro dopoguerra, tanto lontano dai loro giovani anni. Pagine e pagine di brevi pensieri come questi: «Mi hanno colpito l'impegno e la forza che hai usato per raggiungere i tuoi obiettivi... Grazie De Gasperi per tutte le buone cose che hai fatto, spero che un giorno potrò fare anch'io cose importanti... Non mi devo mai arrendere per i miei sogni e prendere esempio da te... Vorrei che nel mondo gli uomini non prendessero più in giro gli altri perché sono diversi... Noi giochiamo spesso a fare la guerra specialmente con i video-giochi ma non vorremmo farla davvero». E poi nella pagina dove si riportava la frase di De Gasperi: «Sono un uomo che ha l'ambizione di essere onesto», ecco il commento di un ragazzo: «La parola onestà ci è sembrata davvero strana. Di solito noi sentiamo parlare di essere importanti, potenti, famosi, ricchi o altre cose ancora. Non credevamo che l'onestà potesse essere un'ambizione». Lo è quando costa fatica e rinunce, quando protegge, quando aiuta chi ha bisogno e chi ha paura. Quando infonde coraggio perché dà esempio.