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L'alimentare ha tutti i numeri per lievitare (soprattutto all'estero)

Andrea Zaghi domenica 15 giugno 2014
L'alimentare cerca di resistere alla congiuntura ancora difficile. Certo, cede quote di mercato, ma pare abbia i numeri per guardare avanti in maniera fiduciosa.È l'indicazione emersa qualche giorno fa dall'Assemblea annuale dell'Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), l'organizzazione che conta 300 tra grandi, piccole e medie imprese alimentari e che rappresenta circa l'11% del settore. I numeri dicono che mentre i consumi alimentari nel loro complesso hanno ancora perso terreno (-3,1% circa), le vendite del settore rappresentato da Aiipa sono arrivate a circa 14 miliardi di euro totalizzando un +2% in valore.A vincere, stando ai numeri, sono prodotti come il caffè, i pelati, gli estratti e i brodi, gli alimenti per l'infanzia, i surgelati e molto altro ancora. Tutti alimenti, a ben vedere, che fanno in qualche modo parte della dieta nazionale e, soprattutto, delle modalità moderne di alimentazione. Anche se, come è stato fatto notare, una forte spinta è arrivata dalle vendite all' estero. Ed è anche chiaro che le cose cambiano se si guarda dentro i numeri .Spiegano i tecnici dell'Aiipa che alcune tipologie di prodotto – quelle che fanno riferimento all'area salute e benessere e alla sfera della gratificazione e del piacere, dove la componente emozionale è molto forte –, ottengono risultati decisamente positivi, superiori alla media. Senza contare il ruolo importante che hanno alcuni alimenti davvero "nazionali" come il caffè e i pomodori. Il primo ha totalizzato vendite per 3,1 miliardi di euro (+2,5%, seppur dovuto più all'export); i secondi, sotto forma di passate, pelati e altri pomodori trasformati, nonostante gli effetti di un'annata difficile per i raccolti, hanno totalizzato vendite pari a 1 miliardo di euro (+1,5% in valore, anche qui per merito dell'export). E in generale bene sono andati anche altri prodotti del comparto (anche se con variazioni in più e in meno come quella dei surgelati).Bene, quindi, ma occorre andare avanti con giudizio. Per questo, Cesare Ponti, presidente di Aiipa, ha sottolineato che «non è più il momento in cui le singole lobby possono continuare a chiedere tutto per sé, con logiche individualistiche spesso in contrasto con quelle di sinergia e integrazione che dovrebbero invece appartenere a tutti gli attori del settore: agricoltura, industria e distribuzione». Tema scottante, soprattutto nell'agroalimentare, quello della collaborazione e della cooperazione. Così come lo è quello delle etichette e delle indicazioni di origine. E anche qui Ponti non ha mancato di dire la sua: giusto giocare anche questa partita, ma con le regole europee «che tengano anche conto delle caratteristiche distintive delle singole categorie merceologiche».