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L'agriturismo? Un'industria

Vittorio Spinelli sabato 7 agosto 2004
Un milione di turisti per 430 milioni di euro. Bastano questi due numeri a far capire che quella dell'agriturismo è ormai davvero un'attività importante, che fa concorrenza al turismo tradizionale e che costituisce uno dei «prodotti» più ricchi dell'agricoltura. Con tanto di precauzioni da prendere, anche dal punto di vista economico. Anche perché, stando alle stime delle associazioni che riuniscono le imprese agricole che offrono la cosiddetta «ospitalità rurale», nell'estate 2004 non si assisterà al boom di presenza verificatosi negli anni passati, ma poco ci manca. In ogni caso, a luglio - secondo i dati di Agriturist - il 50% degli alloggi delle aziende agricole è rimasto vuoto, ad agosto questa percentuale dovrebbe scendere al 30, mentre a settembre si pensa che salirà nuovamente attorno alla metà. Rispetto all'estate dello scorso anno - viene fatto notare - i numeri di arrivi, presenze (sei milioni) e fatturato sono più o meno gli stessi, ma l'offerta è cresciuta del 3,5%. Il successo dell'agriturismo, tuttavia, rimane legato ad alcuni caratteri unici dell'ospitalità rurale. Il buon mangiare, l'ambiente semplice, i prezzi tutto sommato contenuti, quel sentore di fare una vacanza diversa dal solito. Tutto condito da iniziative che, proprio ad agosto, fioriscono in ogni angolo dello Stivale. Tanto che Terranostra, l'organizzazione delle aziende agrituristiche collegata a Coldiretti, indica un'affluenza di tre milioni di turisti solamente per le sagre agostane. Mentre sempre Terranostra indica per il solo mese di agosto un giro d'affari dell'agriturismo pari a 250 milioni di euro. Ma, a questo punto, ci si potrebbe anche chiedere se pure questo settore - così come quello, per esempio, dei prodotti biologici -, non sia già giunto alla maturità economica. L'offerta è cresciuta molto, la domanda sembra essersi fatta più tiepida. Anche perché a segnare il passo sembrano proprio essere quelle aree prive delle attrattive turistiche tradizionali. E pure tenendo conto che i prezzi appaiono ormai sostanzialmente stabili, attorno ai 20-40 euro nella gran parte dei casi. Accanto a tutto questo, d'altra parte, è sempre necessario porre una questione di fondo. L'agriturismo è sicuramente una risorsa d'oro per molte imprese agricole (sarebbero circa 12.500 quelle censite come tali), ma non può diventare l'attività principale dell'impresa, così come non può essere scambiato per la panacea dei mali del comparto. Pur se è chiaro come la comprensione del ruolo dell'agricoltura e della produzione dei campi, sia più facile attraverso le sagre, i prodotti tipici, gli ambienti naturali, le tradizioni e via dicendo. Anche tutto questo - occorre sottolinearlo - è agricoltura, ma non solo da questo è fatto il lavoro agricolo. E' da considerazioni di questo genere, infine, che viene ancora una volta confermata l'esigenza di tenere ben d'occhio chi, fingendosi agricoltore, mira solamente a lucrare alle spalle di chi agricoltore lo è per davvero.