Come sarà l'anno agricolo che verrà? Difficile dirlo, visto che come al solito le produzioni agricole saranno sottoposte alle bizzarrie del clima e dei mercati. Ma, intanto, qualcosa si può dire su ciò che la politica agricola europea ha in programma di fare nei prossimi mesi. Mentre è già possibile meditare sui primi dati produttivi del 2004. Il programma del Presidente di turno del Consiglio agricolo Ue è semplice e basato su tre parole: multifunzionalità, sostenibilità e crescita solidale delle imprese agricole. In parole semplici, nei primi sei mesi dell'anno Fernand Boden - decano lussemburghese dei ministri agricoli e, appunto, a capo dei ministri dell'Ue - vorrebbe raggiungere la riforma del mercato dello zucchero e, soprattutto, l'approvazione del regolamento sul mondo rurale.
Si tratta del vero contrappeso alla politica dei mercati agricoli che finora ha fatto la parte del leone, anche in termini finanziari. Un passo necessario, dunque, ma lungo e difficile da compiere. Occorrerà, come sempre, fare i conti con i vincoli di bilancio, le pressioni degli interessi nazionali, le mutevoli vicende dei mercati non solo europei. Accanto a tutto ciò, rimangono in primo piano questioni come quella degli Ogm, della revisione delle regole di mercato del vino e dell'ortofrutta, del Wto.
Ma gli agricoltori ai cambiamenti di prospettiva sono tutto sommato abituati. A conferma di ciò, basta prendere i primi dati sull'annata agricola 2004 diffusi pochi giorni fa da Confagricoltura. Dopo due anni di perdite produttive, nel 2004 l'agricoltura italiana è cresciuta in valore del 3,5%. Un risultato dovuto ad una crescita produttiva del 6% e di una flessione media dei prezzi del 2-2,5%. A crescere soprattutto le coltivazioni (+11-12%), mentre le produzioni zootecniche sembrano aver segnato il passo.
Un performance positiva, dopo tutto, ma che nasconde i molti guai che la nostra agricoltura deve ancora risolvere. Ad iniziare da quelli commerciali. Sotto il profilo mercantile, il 2004 è stato uno degli anni peggiori degli ultimi tempi. E non solo in Italia, visto che in Europa i prezzi sono calati mediamente del 3%.
Una situazione che ovviamente si è riflessa sull'andamento dei redditi che hanno subito un aumento inferiore del previsto. Così come su quello degli occupati e della bilancia degli scambi con l'estero. Nel 2004, il saldo negativo complessivo è stimato intorno ai 9.300 milioni di euro a fronte degli 8.900 del 2003. A questo punto rimangono sul tavolo delle politiche agricole - nazionali ed europee - i temi di sempre. L'obiettivo di agganciare più da vicino il prezzo percepito dai produttori con quello pagato da consumatori, ma anche l'accorciamento della stessa filiera produttiva e la maggiore informazione sembrano essere ancora una volta le priorità da inseguire. Tutto in attesa che i programmi del Presidente di turno dell'Ue vengano almeno in parte realizzati.