Non è vero che i giovani in agricoltura non ci sono più. Così come non è vero che le nostre imprese agricole non riescono mai a vincere sui mercati internazionali, anche quelli più difficili. Anzi, il caso dei tanti prodotti alimentari nostrani imitati alla grande da tutti, insegna molto da questo punto di vista. La presenza e la volontà dei giovani di lavorare nei campi, oltre al successo che molti prodotti ottengono nel mondo, forniscono tuttavia materiale per qualche approfondimento.
Partiamo dai giovani. Stando a quanto elaborato dalla Coldiretti partendo dai dati triennali dell'Osservatorio sulla demografia delle imprese, al terzo posto nelle scelte di lavoro di chi ha meno di 35 anni e che «si mette in proprio» ci sarebbe l'agricoltura a pari merito con l'industria manifatturiera. Si tratta di una indicazione importante, anche perché a scegliere di fare l'agricoltore, sono persone con studi medio-alti e non certo sprovvedute di fronte alla dinamicità dei mercati. Ad essere scelte, d'altra parte, sono le attività agricole altamente specializzate, a più alta intensità di lavoro e a più diretto contatto con il mercato. Sull'efficienza dei giovani agricoltori, fra l'altro, testimoniano anche altre indagini. Le imprese agricole di questo genere, infatti, fatturano di più, sono più grandi e più rivolte al mercato. Basta qualche dato per capire tutto. La superficie agricola è superiore del 54% alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), il fatturato è maggiore del 75%. Le «imprese giovani» occupano più persone e sono più propense a metodi di coltivazione compatibili con l'ambiente. Insomma, il futuro dell'agricoltura è qui. E non solamente per l'età anagrafica degli imprenditori.
Intanto, su un altro fronte, quello dei prodotti, i risultati non mancano. Una delle classifiche più ascoltate in fatto di vini, quella delle etichette Top Ten di Wine Spectator, ha incoronato due vini italiani fra i dieci migliori al mondo. Si tratta di un Brunello di Montalcino del '99 e di un Oreno de 2003. Due vini toscani, in rappresentanza di tutta la qualità della vitinicoltura nazionale, che proseguono la tradizione di premi e vittorie conquistate non solo dai vini ma da molti altri prodotti.
L'agricoltura di successo, o quasi, dunque esiste. Con buona pace dei bassi prezzi all'origine, delle difficoltà di trasporto, dei problemi ad organizzare per davvero quelle filiere per cui il Governo ha varato un Piano straordinario. Eppure gli ostacoli per fare di più e meglio ci sono ancora tutti. Proprio il caso dei giovani la dice lunga sulla situazione. I costi di insediamento connessi alla disponibilità di
terra sono ancora troppo elevati (solo nel 54% dei casi quindi l'azienda è in proprietà rispetto al 74% della media nazionale) mentre l'accesso al credito continua ad essere difficile. Accanto ai successi e alla voglia di essere competitivi, in agricoltura coesistono dunque sempre problemi storici che appaiono insormontabili.