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Dulcis in fundo. L'accoglienza in un abbraccio

Domenico Marino sabato 26 agosto 2017
Un abbraccio spontaneo e affettuoso, che racconta molto di più di mille parole. Giovedì sera ha segnato la cerimonia del premio "Acquaformosa che Accoglie" consegnato nel piccolo centro italo-albanese del Cosentino, noto per i suoi progetti di accoglienza e integrazione avviati anzitutto dall'ex sindaco Giovanni Manoccio.
Il riconoscimento è dedicato alle vittime dei naufragi: uomini, donne, tanti poveri e sfortunati bambini alla cui morte si proverà a dare dignità pure con il Cimitero internazionale dei migranti che sarà realizzato poco lontano, a Tarsia, a due passi da quel che rimane del più grande campo d'internamento dell'Italia fascista. Sarà intitolato al piccolo Aylan Kurdi. L'abbraccio ha stretto il vescovo di Cassano all'Jonio Francesco Savino e l'Imam di Cosenza Ahmed Beroui, quest'ultimo ospite della serata poiché contribuirà alla realizzazione del Cimitero dei migranti, mentre il presule è stato tra i destinatari del premio assieme al leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli, al sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla e allo scrittore Maurizio Alfano.
«L'abbraccio è segno di civiltà e democrazia, di inclusione e fraternità possibile che è la grande sfida di fronte a noi. Lo scontro è barbarie e riporta al passato le lancette della storia. Lo scontro non apre al futuro», ha sottolineato monsignor Savino che ha dedicato il premio «a tutti i cittadini, gli immigrati e le immigrate sgomberati in modo non consono» proprio giovedì a Roma, «ai troppi che muoiono in mare divenuto cimitero liquido».