Ero (fui) un estimatore di Benitez. E ne suggerii l'ingaggio alla Juve dopo le turbolenze del post-Capello e la stagione cadetta di Deschamps. Con una motivazione particolare: per una Juve Rinascente proponevo un progetto tutto nuovo, più europeo che italiano. Ci provò Ranieri, esperto sui due fronti ma inviso alla vecchia guardia che pretese Ferrara eppoi dovette sopravvivere con l'onesto Zaccheroni. Chiedevo Benitez e arrivò Del Neri, il brav'uomo che ancora non s'è ripreso dallo schiaffo. E infine Antonio Conte, l'italianissimo che fa benissimo e stravince due scudetti, ne costruisce un terzo ma toppa in Champions. La Juventus che ha stritolato anche l'Inter l'altra sera è grande, la Juve è bella, la Juve ha la difesa della Nazionale, un centrocampo maestoso e un attacco strapotente; per parlare del suo gioco e delle sue vittorie si scomoda la Storia, si spendono preziose iperboli e tuttavia il Copenhagen e il Galatasaray la fanno fuori come un'impacciata novizia. Perché? Perché Buffon, Chiellini, Vidal, Pirlo, Pogba, Tevez e Llorente - tanto per dire - sono fenomeni in Italia e toppano in Europa? Dicevo di Benitez - anni fa - e adesso mi mordo la lingua davanti alle sciagurate imprese di Don Rafe' alla guida di un Napoli che tuttavia meritava di restare in Champions; dicevo di Benitez perché alla Juve - non sparatemi - manca una vera cultura europea. Secondo tradizione. Ci vollero tutta la grinta e la sapienza di Boniperti e Trapattoni per rompere il digiuno continentale dell'Italianissima Signora, e ci mise del suo anche Platini, sorta di allenatore aggiunto e autore di performances planetarie. Poi il vecchio Trap s'è esibito in mezza Europa con successo e adesso che s'avvicina alla pensione - dalla panchina dello stadio a quella dei giardinetti - io gli chiederei di tornare non per far ombra a Conte, per carità - Antonio è grande e non merita tutori - ma per attirare l'attenzione del club sulla Champions lasciando in secondo piano lo scudetto. All'eterna fiaba tricolore della superscudettata Signora è ora di affiancare il romanzo della Coppa dalla Grandi Orecchie. Se la prendi così com'è oggi - con l'aggiunta di Osvaldo Bombetta - la Juve è degna di vincerla, la Champions, e a Conte non manca la competenza per arrivare alla conquista più grande, ma l'esperienza, quindi la mentalità. Dicono: vedrai che, vinto il terzo scudetto, se ne andrà ad allenare in Europa proprio per farsene esperto. Probabile. Ma mi spiegate perché la Juve non è già “europea”? Adesso che Mamma Fiat è globale, ha la testa negli Usa, casa in Olanda e paga le tasse in Inghilterra, è ora di imitarla. Se necessario, chiedere a Marchionne.