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John Updike: marziani, narrativa e computer nel biglietto natalizio

Alfonso Berardinelli sabato 8 gennaio 2011
Il biglietto natalizio che quest'anno la casa editrice Alet ha mandato ai suoi lettori raccoglie tre brevi, saporiti testi di John Updike, narratore americano recentemente scomparso nonché ottimo saggista e critico. Il secondo e il terzo scritto sono due dialoghetti. Nel primo si scontrano un terrestre che ama la narrativa e un marziano che non ne sa niente e chiede che cos'è. Nelle risposte del terrestre emergono diverse valutazioni e definizioni interessanti: 1) «le femmine della nostra specie eccellono nella produzione di narrativa» (e credo che in futuro sarà sempre più vero). 2) Il narratore «fornisce al lettore un'immagine della vita molto più consistente e vivida di quella che potrebbe fornire qualsiasi altro genere maggiormente legato alla realtà come la storia, la sociologia o perfino l'autobiografia. La narrativa è più reale del reale, si potrebbe dire». 3) «La narrativa aspira a dare l'illusione dell'esperienza, per farci capire cosa significa essere vivi». Gli scrittori nominati sono Tolstoj, Joyce, Defoe, George Eliot, Flaubert, Cechov, Mansfield, Machado de Assis... Ma il marziano non è convinto. Trova che la narrativa terrestre è troppo autoindulgente: c'è troppo amore e troppa conversazione. Il terrestre difende queste due cose «deliziose» e dice che se avessero letto più romanzi i marziani sarebbero meno crudeli, xenofobi e paranoici...
Il secondo dialoghetto è fra Gutenberg e Bill Gates e permette ad Updike di difendere il vecchio caro libro di carta, così semplice, maneggevole e longevo, contro Microsoft e le sue effimere meraviglie. «La cosa importante di quei primi libri» dice Gutenberg «è che volevano essere belli». A sua volta Bill Gates difende i computer: «I loro circuiti sono più logici di quelli del cervello - niente sesso, né religione né le solite vecchie rabbie e paure. Niente ego. Pura potenza di calcolo e memoria». Gutenberg è perplesso: «Tu parli di questa Internet come se trascendesse i cervelli umani: ma è ancora l'uomo la misura di tutte le cose». E Gates: «Ah sì? E chi lo diceee...?».