Guardando Italia's got talent, il mercoledì sera su Tv8, la prima cosa che colpisce, vista anche l'annosa questione sanremese, è la presenza del pubblico in sala, pur sapendo che lo show è stato registrato tra settembre e ottobre, con le persone divise in aree, nel rispetto dei protocolli di sicurezza anti-Covid in vigore in autunno. Per il resto la formula è sempre quella: da una parte l'esibizione di talenti o presunti tali impegnati nelle più svariate forme d'arte (canto, ballo, monologhi, acrobazie...) e dall'altra una giuria che li valuta a suon di “sì” e di “no”. Lo spettacolo scorre bene, anche se il ritmo, in questa fase di cosiddette audizioni in attesa della finale live, è dettato soprattutto dal montaggio, che permette tra l'altro di sintetizzare le esibizioni peggiori, quelle bocciate, proposte a volte da gente senza arte né parte se non il coraggio o la sfrontatezza di presentarsi sullo stesso palco dove di esibiscono veri e propri professionisti. In questo Italia's got talent è molto simile a Tú sí que vales (Canale 5), che assieme a personaggi da Corrida (Rai 1) propone artisti di livello internazionale ingaggiati per l'occasione. E su questo entrambe le giurie si concedono valutazioni molto soggettive. Ad esempio mercoledì scorso a Italia's got talent sono stati promossi un modesto anche se simpatico imitatore di Superman e un approssimativo coreografo autodidatta, mentre è stato bocciato un personal trainer capace di fare flessioni in tutti i modi possibili e immaginabili. Motivo? «Allenamento non è talento». In realtà è la conferma che non ci troviamo di fronte a dei veri talent, bensì a degli show a metà strada tra il vecchio varietà ammodernato e la versione televisive del circo. Anche tra i giurati ci sono molte corrispondenze: Joe Bastianich equivale a Rudy Zerbi (anche per l'aspetto fisico), Mara Maionchi a Maria De Filippi, Frank Matano a Gerry Scotti (entrambi si ergono a mattatori delle rispettive giurie), solo Federica Pellegrini non ci sentiamo di abbinare a Teo Mammuccari.