Difficile stabilire i numeri reali, ma il fenomeno delle dimissioni senza data fatte firmare già all'inizio del rapporto di lavoro («dimissioni in bianco») risulta abbastanza diffuso, in particolare presso aziende ed enti di piccole dimensioni. Si è cercato in passato di arginare gli abusi attraverso una speciale modulistica, vincolante per l'efficacia delle dimissioni sia per l'azienda sia per il dipendente, spesso una lavoratrice in gravidanza. Ma con scarsi risultati. Con il decreto 151/2015 (jobs act) è stata introdotta una nuova disciplina, che entrerà in vigore il 12 marzo e che non fa distinzioni fra datori di lavoro, in passato ligi o scorretti. Anche gli enti religiosi (parrocchie, scuole, enti di assistenza e beneficenza) sono tenuti ad osservarla. Fra le novità, il decreto dispone che la risoluzione unilaterale del rapporto e le dimissioni dei dipendenti devono avvenire con modalità «esclusivamente telematiche». La nuova procedura (per la quale si ipotizza una proroga di avvio) obbliga il dipendente a compilare on line un apposito modulo disponibile sul sito www.lavoro.gov.it, che certifica il giorno, l'ora e le modalità della cessazione del rapporto di lavoro (per dimissione/risoluzione/revoca), e che garantisce l'identità del dimissionario. Questa comunicazione può essere effettuata anche tramite enti di patronato, organizzazioni sindacali, enti bilaterali o commissioni di certificazione. Tuttavia la trasmissione a cura dello stesso dipendente può avvenire solo con l'uso del Pin dell'Inps. Il modulo telematico deve essere quindi inviato al datore di lavoro e alla Direzione territoriale del lavoro. Le sanzioni in materia per il datore di lavoro variano da 5 mila a 30 mila euro. Le nuove regole non riguardano le lavoratrici domestiche (sono esclusi quindi i seminari quali datori di lavoro di colf), le lavoratrici durante il periodo di gravidanza oppure entro tre anni di vita del bambino, o entro tre anni dall'ingresso in famiglia dell'adottato. Per le lavoratrici in maternità restano valide le procedure già in corso presso la Direzione del lavoro.Fonder. Il Fondo enti religiosi (Fonder), dedicato alla formazione professionale dei dipendenti degli enti religiosi che operano nei settori dell'istruzione e dei servizi socio-sanitari, assistenziali ed educativi, ha emanato quattro diversi avvisi per i piani formativi del 2016. In particolare, un budget di 1,5 milioni di euro è riservato ad azioni formative per l'occupabilità dei lavoratori degli enti aderenti. Sono stabilite tre diverse «finestre» per le domande, con scadenza il 15 marzo, il 16 maggio e 14 ottobre 2016.