Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova: anche oggi ci arrivano le parole di sant’Isaia, forse il più conosciuto dei profeti della Bibbia, che operò durante il Regno di Giuda nell’VIII secolo prima di Cristo, all’incirca tra il 740 e il 700 a.C. Nella sua opera è radicato il libro dell’Antico Testamento che porta il suo nome, anche se in realtà il testo è frutto di più mani e può essere diviso almeno in tre parti, delle quali la prima pare essere riconducibile direttamente al profeta. Nelle preoccupazioni di Isaia c’è l’urgenza di ritrovare la fedeltà a Dio: la “formula” è quella espressa nel primo capitolo con l’invito a non fermarsi ai “riti” ma a compiere gesti di giustizia. Un richiamo che mantiene tutta la sua attualità.
Altri santi. San Pacomio, abate (287–347); san Geronzio di Cervia, vescovo (V–VI sec.).
Letture. At 13,44–52; Sal 97; Gv 14,7–14.
Ambrosiano. At 11,27–30; Sal 132 (133); 1Cor 12,27–31;14,1a; Gv 7,32–36.