IO NON HO PAURA
E ricordiamoci che invece don Ciotti ha parole di compassione: «Non mi fa paura ma pena, averlo visto in barella». «Io non ho paura» può essere detto solo all'inizio del viaggio, a petto in fuori, con la baldanza incosciente della giovinezza. O alla fine, dopo aver visto da vicino e smascherato tutti i fantasmi, ed essersi convinti della loro inconsistenza.
La paura impallidisce e si stempera quando vivi davvero per gli altri e negli altri: la tua singolarità conta già poco o nulla, come individuo già non esisti più. Il tuo essere è in quelle relazioni viventi, in quel darsi da mangiare l'un l'altro, in quella fede condivisa. Sei già nel Tutto.
La paura è inutile perché è inutile la tua morte e perciò sono inutili anche le minacce: tanto tu vivi sempre, ci sarà sempre qualcuno che vive per te, con te e grazie a te. Solo chi si arrocca nell'illusione di essere individuo può avere paura. Solo in quella solitudine armata si dovrebbe avere paura.