Si piange e non poco a Io canto family, il lunedì in prima serata su Canale 5. Le lacrime, più che la musica, sembrano essere l’ingrediente indispensabile per un talent show che di originale ha ben poco pensando che deriva da Io canto e Io canto generation, sempre di Mediaset, ma che al tempo stesso assomiglia e anche qualcosa di più a The voice kids, che a sua volta è lo spin-off di The voice di casa Rai. Per non parlare di Ti lascio una canzone nato in Rai da un’idea di Roberto Cenci che qui a Io canto family ritroviamo in qualità di direttore artistico. Perso il conto di quante volte viene pronunciata la parola emozione, diciamo che il programma consiste in una gara canora in cui si confronto due membri della stessa famiglia di cui necessariamente un minore: mamma e figlio, padre e figlia, nonno e nipote… affiliati a capisquadra che rispondono a personaggi in gran parte molto presenti sul piccolo schermo: Iva Zanicchi, Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta. A giudicare le esibizioni una giuria composta da altrettanti onnipresenti: Al Bano (sostituito nell’ultima puntata dalla figlia Jasmine Carrisi), Orietta Berti e Claudio Amendola. Unica novità Fabio Rovazzi. Dopo i giudici vota anche Chiara Tortorella, speaker radiofonica di R101 la radio ufficiale del programma, e poi il pubblico in studio composto da cento persone. La coppia vincitrice si aggiudica un montepremi di 50 mila euro. Alla conduzione non c’è Jerry Scotti perché non aveva tre ore da aggiungere alle 24 quotidiane la maggior parte delle quali le passa negli studi di Mediaset. Lo sostituisce Michelle Hunziker la cui presenza scenica è fuori discussione. Apprezzabile anche che si parli di famiglia (a parte l’eccessiva enfasi su quelle allargate), ma al di là di tutto resta buona la battuta di una ragazzina concorrente: «Ma questo è Io piango o Io canto?».
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