Oggi a Roma manifestazione contro la violenza sulle donne – la “ricorrenza” è il 25, ma sarebbe complicato farla lunedì. Per imperscrutabili ragioni il movimento Non Una di Meno non include tra le violenze lo sfruttamento della prostituzione. E propone di smantellare la legge Merlin là dove sanziona favoreggiamento e sfruttamento. Nel marzo scorso la Corte Costituzionale ha ribadito la legittimità della legge: per tutte un respiro di sollievo, Non Una di Meno non si è unita ai festeggiamenti. Per loro “sex work is work”, prostituirsi è libertà e se la vedi diversamente sei una Swerf (Sex Worker Excludent Radical Feminist). A Milano l'8 marzo scorso Efe Bal, nota trans-prostituta testimonial del progetto salviniano di riapertura dei bordelli, ha preso parte all'incontro di Non Una di Meno con le ragazze delle scuole. Per questo 23 novembre la solfa non cambia: «Vado a Roma – è scritto in un cartello – perché c'è chi definisce “stupro a pagamento” le scelte consapevoli che faccio sul mio corpo» (il riferimento è al libro di Rachel Moran, sopravvissuta di prostituzione).Verosimilmente molte ragazze che saranno in piazza oggi, oggetto del martellamento normalizzante sul “sex work”, non sanno che Nudm intende decriminalizzare lo sfruttamento. Per dare un'alternativa a loro e a tutte noi il prossimo 8 marzo dovrà essere dedicato all'inviolabilità del corpo femminile.