Nella «posta dei lettori» di un quotidiano nazionale è apparso di recente il caso emblematico di un «errore» commesso dall'Inps: «Pensionato con figlio disoccupato». Per aiutarlo ad avviare un'attività autonoma, il pensionato ha acceso un mutuo che ha iniziato ad estinguere con una forte rata mensile, prelevata dalla sua pensione. Ed ecco una raccomandata dell'Inps: l'assegno della previdenza risulta calcolato erroneamente ed occorre restituire le somme non spettanti, di importo tanto elevato da dissestare il regime familiare. Che dire poi dei 56mila euro richiesti ad un ex alpino di Treviso e da restituire, tempo sei giorni, sempre per errori di calcolo della pensione? Ed ora sotto il logo dell'Inps appaiono anche le intimazioni di analoghi indebiti per prestazioni a carico dell'ex Inpdap, in particolare per trasformazione della rendita da provvisoria a definitiva.
Buona fede. Sono intuibili gli effetti sconvolgenti di queste irruzioni della previdenza, quasi mai accompagnate da spiegazioni di dettaglio sulla genesi del debito. Nella quasi totalità dei casi non è in discussione la buona fede dei pensionati, chiamati a restituire improvvisamente grosse somme e con l'ulteriore danno di dover subire una riduzione permanente dell'importo mensile. È ancora viva la vicenda della quattordicesima mensilità «indebita» ma percepita in buona fede a luglio 2009 e in restituzione dallo scorso anno in 36 rate all'Inps o in 60 all'Inpdap. Il dolo nelle riscossioni è ormai confinato ai casi di falsa invalidità o di incasso dopo la morte del titolare.
Sanatoria. Il fenomeno degli indebiti appare purtroppo in aumento. Tuttavia, per tutte queste situazioni la legge (412/1991 - art. 13) è dalla parte dei pensionati. Salvo il dolo degli interessati, è prevista la sanatoria delle somme indebite che siano originate da errori commessi dall'Inps in sede di assegnazione definitiva della pensione (purché sia stata comunicata ufficialmente al pensionato), oppure per pagamento erroneo del quale la previdenza poteva già accorgersi in base ai dati in suo possesso. Ad esempio, la scadenza della pensione di reversibilità o dell'assegno di invalidità, il diritto all'integrazione al minimo ecc.Sono esclusi dalla sanatoria gli indebiti derivanti da mancata o incompleta segnalazione all'Inps di dati o notizie dovute dal pensionato, anche diverse dai redditi, che incidono sul diritto o sulla misura dell'assegno.
Sportello Amico. Per la delicata situazione economica che sta attraversando il Paese e per l'attenzione dovuta alle fasce più deboli della sua utenza, l'Inps ha attivato nelle sedi locali lo «Sportello Amico» dedicato in particolare all'assistenza ai casi di indebiti oltre i mille euro se il pensionato ha superato i 75 anni, e a prescindere dall'età per i casi oltre i 5.000 euro. Inoltre, chiunque riceva una comunicazione di indebito può fissare un appuntamento all'Inps (all'803164 da telefono fisso gratuito o a pagamento allo 06.164164 da cellulare).