Industria dell'auto: un futuro "volante"
Lo ha rivelato due giorni fa John Elkann, presidente di Stellantis e di Ferrari. «Questo è un decennio – ha spiegato Elkann – che vedrà tantissimi salti in avanti per la nostra industria: da una parte la sfida ambientale e della transizione energetica, dall'altra.... le automobili che volano, che qualunque film di fantascienza del Novecento immaginava sarebbero arrivate molto molto prima». Entro il 2030, dunque, John Elkann "profetizza" la commercializzazione di massa delle auto volanti, in virtù di una straordinaria convergenza tecnologica tra l'industria dell'automotive e quella del trasporto aereo.
L'annuncio del patron di FCA, oggi confluita in Stellantis dopo la fusione con PSA, ha sorpreso molti. Ma non è frutto né di casualità, né di uno slancio utopico. È la proiezione (razionale) di un investimento in corso: la partnership strategica avviata di recente dal gruppo automobilistico con Archer Aviation, azienda californiana specializzata nella costruzione di veicoli elettrici, con l'obiettivo di realizzare insieme un taxi elettrico volante a decollo verticale.
Come hanno dichiarato Brett Adcock e Adam Goldstwin, fondatori di Archer Aviation, l'obiettivo finale del progetto e di questa nuova tecnologia è rendere accessibile a tutti il trasporto via aria, dimostrando che le auto volanti sono sicure tanto quando gli aerei, ma molto meno inquinanti e rumorose grazie alla motorizzazione elettrica. Si tratta di una straordinaria sfida tecnologica e di mercato: secondo un report di Morgan Stanley, nel 2040 il settore delle "auto volanti" dovrebbe valere circa 1.500 miliardi di dollari.
Naturalmente il radicale cambio del terreno di gioco, dalla terra al cielo, potrà essere compiuto solo dopo aver risolto una grande quantità di questioni regolatorie: come sarà regolato il traffico in aria, chi lo controllerà, quale tipo di patente o brevetto dovrà essere richiesto ai nuovi conducenti. Ma è davvero confortante sapere che l'industria italiana si stia posizionando per tempo (a differenza di quanto avvenuto per la mobilità elettrica) su una frontiera così affascinante e promettente della tecnologia.
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