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In Veneto Coca Cola ricarica la falda

Andrea Zaghi domenica 18 agosto 2024
La Coca Cola servirà per immagazzinare acqua in Veneto. Non si tratta di una trovata un po’ strana di comunicazione commerciale, ma del traguardo di un accordo di collaborazione che da qui ai prossimi dieci anni unirà la multinazionale al Consorzio di bonifica Veronese, uno dei più importante nella gestione del patrimonio idrico del Nord-Est. L’accordo ha l’obiettivo di realizzare un’area di ricarica delle falde acquifere a sud di Verona; in questo modo sarà possibile rivitalizzare il sistema delle risorgive e compensare l’acqua estratta annualmente dallo stabilimento veronese della multinazionale a Nogara. Tecnicamente si tratta della creazione di un’Afi (Area forestale d’infiltrazione) un’area dove, con opportune tecniche agronomiche, si favorisce il percolamento dell’acqua nel sottosuolo, creando riserva idrica; quella oggetto dell’accordo sarà allestita a partire dal prossimo autunno su 15mila metri quadrati di proprietà del Consorzio che diventeranno, appunto, forestali. Il significato dell’operazione non è solo ambientale ma anche economico. Attualmente – spiega una nota di Anbi (l’Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio ed acque irrigue) – «il terreno risulta servito dalle strutture irrigue solo in estate e consente di infiltrare annualmente nel suolo circa 800mila metri cubi d’acqua dall’Adige che altrimenti defluirebbe inutilizzata a valle. L’accordo, invece, porterà ad usare l’Afi al massimo della sua capacità a beneficio del territorio attraverso la richiesta alla Regione Veneto della concessione di derivazione anche in inverno per immissione d’acqua in falda, pressoché raddoppiando la quantità stoccata». Coca Cola HBC Italia finanzia sia la piantagione degli alberi che la gestione dell’area per dieci anni: impegno complessivo pari a circa 270mila euro. L’operazione, oltre alla ricarica della falda, contribuirà anche a ridurre l’anidride carbonica in atmosfera, migliorando il paesaggio ed incrementando la biodiversità. «Il sospetto di greenwashing è facile», commenta Francesco Vincenzi presidente di Anbi, che aggiunge: «Ma in un Paese come l’Italia, dove gli investimenti pubblici per l’adattamento alla crisi climatica sono comunque insufficienti, l’investimento della Coca Cola per il potenziamento di un’Area Forestale d’Infiltrazione va innanzitutto apprezzato». Anche perché indica un metodo che unisce imprese di settori diversi da quello agricolo con le necessità di chi sul territorio e nell’agricoltura lavora ogni giorno. © riproduzione riservata