Per le etichette della musica, Amedeo Minghi è quello del cantar d'amore, faccenda per molti banale. Ma cosa significa saper cantar d'amore? Certo, implica il vestire con parole fiorite un sentimento intimo e universale, che di un po' di retorica forse ha pure bisogno. Dunque… «C'è ancora fuoco sotto cenere e neve… La vita come un seme fiorisce, cresce poco per poco, quando la pioggia cade, piove amore: noi stiamo già volando… Restiamo forti, senza cedere il passo a questo spesso mistero, vero, che è l'amore… L'amore ci salverà, da sempre lo fa, lo fa, lo fa!». Però c'è qualcosa di strano, qualcosa di più, in queste rime fiorite che si fanno grido. C'è la crudezza della vita. In esse è impresso il marchio a fuoco vissuto In una notte, la notte in cui la moglie di Minghi se ne andò nel sonno: ma l'amore non finì, perché un amore vero rimane, perché un sentimento consacrato da Dio non cede il passo neppure alla morte. «…In una notte sono stato trafitto da un amore che sbatte senza avere rispetto, sale verso la mente e mi trova da solo, io…». Il cantar d'amore di Minghi vale, e continua, perché certe etichette sono corrette: c'è chi d'amore sa dire davvero. «…Io… che mentre ti amo volo…. Piove amore, stiamo già volando, l'amore ci salverà, lo fa, lo fa, lo fa!».