Non era ancora il 1° aprile, ma per ricordare agli amici digitali la presentazione del suo libro umoristico "Ricordati di sanificare le feste", ampiamente recensito da Mimmo Muolo su "Avvenire" cartaceo del 18 marzo scorso (
bit.ly/3JUQHfr ), Fabio Colagrande aveva postato su Facebook un video-scherzo. Non è il solo punto di contatto tra il volume, edito da Ancora, e la Chiesa in Rete, visto che le "fantacronache" che contiene sono strettamente imparentate con la rubrica "Fantaecclesia" tenuta dall'autore sul blog "Vino Nuovo". Due capitoli del libro, in particolare, sono interamente dedicati ad altrettante parodie della vita ecclesiale digitale. In uno si narra un «webinar infuocato» sull'opportunità di sviluppare o abbandonare le prassi pastorali sperimentate durante la pandemia: esilarante qui il personaggio di suor Elvira Luganega, che pronuncia battute taglienti pensando di avere il microfono spento. L'altro riproduce i commenti raccolti dal post in cui don Augusto Zampone, affermatosi come prete youtuber durante il lockdown, annuncia che, per ordine del vescovo, diffonderà le sue catechesi solo dal canale video diocesano: qui sono da non perdere gli anonimi "KattoKommunista", "IteMissaEst" e "Zizzania59", il cui nickname già fa dedurre il "tipo" digitale che interpretano. Ma anche negli altri capitoli i protagonisti – i cui nomi sono attinti dai derivati del maiale, con moltiplicazione dell'effetto comico – sono spesso alle prese con le nuove tecnologie: da Corrado Capicollo, addetto stampa della diocesi di Salsiccia, che è egli stesso un social media manager, alla giornalista-blogger Amalia Coratella, che tiene la rubrica "Incenso & Mascara", tutti, religiosi e laici, preti e suore, usano più o meno bene gli smartphone, le email, gli streaming, i podcast, le call. Sappiamo riconoscerci in questo specchio, per quanto deformato?