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Carlo Lwanga e compagni. In Uganda testimoni di una fede scomoda per il regime

Matteo Liut lunedì 3 giugno 2019

La persecuzione che si scatenò contro i cristiani tra il 1885 e il 1887 in Uganda è la conferma del fatto che la fede cristiana nella storia è sempre stata – e sempre dovrà essere – pungolo per la coscienza. Anche e soprattutto per coloro che governano. A ordinare la soppressione fisica dei cristiani era stato un giovane re, Mwanga, che aveva studiato, senza successo, alla scuola dei missionari (i Padri Bianchi fondati nel 1868 dal cardinale Charles Lavigerie) ma che poi aveva visto nel cristianesimo un pericolo, non tanto per la nazione quanto per il suo stile di vita totalmente privo di valori. Tra le vittime della persecuzione ci fu Carlo Lwanga, domestico del re, bruciato vivo insieme a dodici compagni il 3 giugno 1886. Oggi il calendario ricorda Lwanga assieme ad altri 21 martiri ugandesi beatificati nel 1920 da Benedetto XV e canonizzati da Paolo VI l'8 ottobre 1964.

Altri santi. Santa Clotilde, regina (474-545); san Lifardo, sacerdote (VI sec.).

Letture. At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33.

Ambrosiano. Ct 5,2a.5-6b; Sal 41; 1Cor 10,23.27-33; Mt 9,14-15.