In ginocchio
Sapere, vedere, immaginare ciò che nessuno può raccontare, è intollerabile. Non ho parole, non ho alcuna consolazione da darmi. Oltre al dolore, in verità, provo rabbia. Daccela Tu una parola, davanti a tanto male.
Accanto a me c'è Martino, 18 mesi. Ha mangiato tutto, ha inseguito i gatti, ora dorme. Lo guardo: in Ucraina, in Afghanistan, nello Yemen, come lui ce ne sono milioni. Mi sento molto stanca, pure nella pace di Milano. 43esimo giorno, questa guerra sembra un'onda di tsunami.
Vedo che molti non ne parlano più, non guardano più i tg. Li capisco, in fondo. Il confine tra egoismo e istinto di conservazione è sottile. Se resti a guardare troppo, non ti rimangono parole.
Se non: liberaci dal male. Ma, sono parole da dire in ginocchio.