Sarebbero circa due milioni gli italiani che hanno scelto di trascorrere ad agosto le vacanze in uno degli oltre ventimila agriturismi presenti lungo la penisola. È il segno – se ancora occorresse – del cambiamento di abitudini che attraversa pressoché tutti gli strati della popolazione, ma anche della crisi economica che colpisce ancora oltre che – per fortuna –, di quali e quante siano ancora le risorse che l'agricoltura può mettere in gioco per andare avanti avviando, fra l'altro, un giro d'affari che comunque rimane elevato, genera occupazione diretta e indiretta e, spesso, rappresenta la frontiera più avanzata del fare agricoltura nel nostro Paese. E a guardare i dati c'è almeno da ben sperare. In Italia, i veri agriturismi mettono a disposizione circa 400mila posti a tavola, 200mila posti letto e una varietà importante di attività collegate alla produzione agricola, oltre che essere spesso gestiti da giovani imprenditori oppure a conduzione femminile (più di una azienda su tre). Il 45% circa è collocato al Nord, il 34% circa nel Centro e il 20% nel Mezzogiorno. Toscana e Alto Adige,sono i territori in cui l'agriturismo risulta storicamente più rilevante; ma l'attività agrituristica è significativa anche in Lombardia, Veneto, Umbria, Emilia-Romagna e Piemonte (con oltre 1.000 aziende) e in Campania, Lazio, Sardegna e Marche (con oltre 700 aziende). Ma, oltre ai numeri di compartoe complessivi, a far pensare è anche il fenomeno che si delinea dietro alla presenza di milioni di turisti in campagna. Questa, infatti, è entrata tra le mete turistiche preferite con quasi la metà degli italiani (44%) che – sostiene la Coldiretti – è stata in un agriturismo negli ultimi 5 anni. A dettare le cause del fenomeno ancora una volta soprattutto motivi economici: per il 30%nella scelta conta il buon rapporto prezzo/qualità. Non è forse un caso, poi, che l'azienda ospitante sia individuata nel 46% dei casi attraverso Internet saltando quindi ogni intermediazione d'agenzia.All'agricoltura, poi, ci si avvicina sempre di più in cerca di occupazione. Niente a che fare con le istanze romantiche e bucoliche che spesso comunque fanno capolino nei commenti, ma una precisa esigenza di lavoro e di reddito avvicinano giovani e non giovani ai campi. Inizia a non essere più una sorpresa il dato che indica la crescita di assunzioni di giovani in agricoltura (+9%nel primo trimestre dell'anno).L'agricoltura - un po' per fenomeni come l'agriturismo e un po' per altri come la presenza dei giovani -, pare essere l'unico settore che dimostra segni di vitalità economica. Un fenomeno che si esplicita nel Pil (quando non interviene il maltempo), ma soprattutto nella dinamicità delle iniziative che molte imprese agricole riescono a mettere in piedi e a far camminare. È il segno della bontà di un modello nuovo di fare economia, secondo alcuni, ma potrebbe essere semplicemente l'applicazione saggia di risorse ancora consistenti, che troppo spesso per anni sono state dimenticate e trascurate.