Dopo Milan-Barcellona e Real Madrid-Juventus possiamo risparmiarci l'ennesimo confronto col calcio spagnolo. Cambiando i fattori tecnici fondamentali - Guardiola e Mourinho - il prodotto è notevolmente cambiato. Vorrei dire in peggio, scusandomi subito con Carlo Ancelotti che ha ulteriormente “italianizzato” - e banalizzato - il Real, esibendo come elemento eccezionale il CR7, il doppiettista Cristiano Ronaldo che, dall'alto della sua classe, ha mostrato anche una capacità artistica straordinaria non solo nella realizzazione dei gol ma, soprattutto, inventandosi vittima di un inesistente colpo proibito di Chiellini che - col consenso dell'arbitro - ha ridotto la Juve in dieci. Dall'altra parte, del tiki-taka che non ho mai apprezzato è rimasto ben poco ma si è notato come il gruppo affidato a Martino stia lavorando alla ricerca di un gioco nuovo accontentandosi, nel frattempo, delle sortite di Magic Messi, realizzatore di un gol di repertorio più pesante che fascinoso. Normali confronti europei, dunque, con ovvia rappresentazione autunnale di giochi appena iniziati: solo quando saremo a primavera, e la Champions diventerà davvero Coppa dei Campioni, potremo discettare di stili e moduli, di campioni e bidoni: per ora si va a caccia di punti e - osando un pronostico come minimo imprudente - mi sento di dire che la squadra meglio attrezzata per proseguire sia il Milan rabberciato e tuttavia pieno di grinta e soccorso - in attesa del recupero di giocatori essenziali - dalla inesauribile classe di Kakà, tornato in rossonero arricchito di aristocratica umiltà. La Juve rischia di finire stritolata fra Ancelotti e Mancini, due che non l'hanno amata; il Napoli sembra potersi divertire soltanto con i marsigliesi, pallida immagine dei fenomeni Desailly, Boksic, Voeller e Deschamps che vent'anni fa vinsero la Coppona battendo il Milan di Maldini, Costacurta, Baresi, Rijkaard, Van Basten, Donadoni, Massaro e - per curiosità soltanto - Lentini. (Quelli eran giorni...). Più interessanti gli spunti offerti dai contemporanei confronti fra le squadre Primavera di Milan e Juventus, entrambe surclassate con punteggio tennistico (6 a 2) dalle omologhe di Barça e Real. Non so quanto peso i club italiani abbiano dato alle sonore batoste, mi limito a immaginare il sincero dispiacere di Conte per il naufragio di mister Zanchetta e la maligna soddisfazione di Allegri per la disavventura di Pippo Inzaghi, ormai noto come l'Uomo Ombra di Milanello, il (quasi) sicuro sostituto del tecnico che ormai da mesi offre al popolo rossonero angosciosi interrogativi e sorrisi sofferenti. Parlando di giovani, mi piace segnalare che la Roma non è solo primissima e imbattuta in campionato e Regina d'Europa con quel gol incassato per abilità di Biabiany: i giallorossi sono infatti ai vertici di tutti i campionati giovanili e hanno difensori di qualità in tutte le rappresentative azzurre. Mi dicono sia merito di Sabatini e Bruno Conti. Non c'è solo Totti, a Roma, c'è anche il futuro.