in albergo
(1835) parte appunto da un'analoga sensazione di disagio, anzi di irritazione. Tra l'altro, l'ospite sembra essere anche sgradevole, ingombrante e poco incline alla socievolezza. Ma ecco che, sotto quell'apparenza un po' ispida e impacciata, si nasconde un segreto. La sua anima è sensibile e delicata, la sua religiosità intima e profonda. Vorrei proprio che riflettessimo su questo contrasto tra aspetto esteriore e interiorità. Bisogna condividere qualche momento con un altro per riuscire a varcarne le apparenze. La superficie non rende sempre conto di ciò che essa nasconde. In un altro Diario, datato anch'esso 1835, quello del poeta e drammaturgo tedesco Christian Friedrich Hebbel, si legge questa annotazione che potrebbe fungere da commento all'aneddoto di Emerson: «Non è tutto oro quel che luccica ma bisogna ricordare che neppure luccica tutto quel che è oro».