Chiodo schiaccia chiodo. "Abbi dubbi", ovvero la discussione sollevata dall'articolo prenatalizio di Messori "I dubbi sulla svolta di papa Francesco", aveva rapidamente oscurato quella sulle "quindici tentazioni" evocate dal papa incontrando la Curia romana, ed era già arrivata al terzo tempo (dopo l'articolo e le critiche all'articolo, le critiche alle critiche all'articolo).Ma ecco che lo stesso pontefice annuncia i nomi di 20 nuovi cardinali, e i commenti rapidamente sovrastano, quanto ad attenzione sui siti, blog e social network ecclesiali, tutto il resto, conquistando quasi la metà dei link.Si potrebbe riassumere l'enfasi di queste letture così: Francesco ha archiviato il criterio, caro a noi osservatori ecclesiali, di sede o ufficio "tradizionalmente" cardinalizi. Caro perché ci consentiva di esercitarci sui "candidati alla porpora" mischiando, con un buon margine di approssimazione, le informazioni di qualche buona fonte con la conoscenza delle affidabili consuetudini di un'istituzione millenaria ( http://tinyurl.com/3z5h8yv ).Provo dunque, sulla base di quanto mi ha raccontato il web, ad aggiornare quel criterio. Diversi notano che, con poche eccezioni, i nuovi porporati provengono da sedi "sorprendentemente" cardinalizie, mentre in controluce ne fanno intravedere altre "inutilmente" cardinalizie (quelle i cui titolari, malgrado le tradizioni, non sono ancora entrati nel Sacro Collegio). Come al solito c'è chi radicalizza: ai due poli opposti si costituiscono così i concetti di uffici "rivoluzionariamente" e "autoritariamente" cardinalizi. Non nuova invece l'idea di nomina "tardivamente" cardinalizia: un riconoscimento a prelati ai quali l'istituzione avrebbe, in passato, fatto qualche torto.Ma la maggioranza dei commenti sottolinea che il nuovo, immenso bacino da scrutare per profetizzare i futuri elettori pontifici è quello delle sedi "perifericamente" cardinalizie, vedendo in ciò la maggiore sintonia con colui che li ha nominati. Ci aspetta un duro lavoro...