Non c'è solo il calcio in testa ai pensieri degli italiani. In questi mesi stiamo assistendo, infatti, al ritorno di un grande, tradizionale, forse ineguagliabile "amore" dei nostri connazionali: la casa. Lo segnalano i dati dell'Agenzia delle Entrate: nei primi tre mesi del 2021 gli acquisti di abitazioni sono aumentati del 38%, superando i livelli del 2019 (e quindi recuperando pienamente gli effetti della pandemia sul mercato immobiliare). Si tratta di un fenomeno che coinvolge l'intero mondo avanzato: dagli Stati Uniti protagonisti nell'anno in corso di uno straordinario boom del mercato delle case ai principali Paesi europei come Francia e Germania. Alcuni esperti paventano già il rischio di una nuova bolla immobiliare, in quanto al forte incremento del numero di compravendite è associato quasi ovunque un consistente aumento dei prezzi. Proprio in quest'ultimo elemento si nasconde un'anomalia italiana: perché da noi, unico Paese, i prezzi sono sostanzialmente fermi. Le ragioni di questo fenomeno ci consentono di illuminare una serie di peculiarità della società italiana. La prima è l'alto tasso di patrimonializzazione immobiliare degli italiani, un vero e proprio record globale: più dell'80% dei nostri connazionali sono proprietari di casa. E' il dato-simbolo della "ossessione" degli italiani per l'abitazione, ma anche la causa di una minore domanda di immobili rispetto ad altri Paesi. E se domanda e offerta si compensano, evidentemente i prezzi non salgono. La seconda peculiarità italiana, decisamente preoccupante, è la non-crescita della popolazione residente in Italia: non facciamo più figli, e peraltro i giovani si emancipano dai genitori molto più lentamente che nei Paesi del Nord Europa. L'effetto finale è lo stesso: c'è meno fame di abitazioni. La terza peculiarità attiene invece al pessimo rapporto degli italiani con le istituzioni: nella sfiducia generale, rientra anche il timore che il Governo possa ripristinare l'Imu sulla prima casa.
Peraltro, la tragica esperienza della pandemia e del lockdown ha cambiato molto le scelte degli italiani, come in tutto il mondo occidentale. Oggi la prima richiesta di ogni acquirente è il verde: giardini a pian terreno, giardini pensili sui balconi o similia. Poi l'aumento dello spazio calpestabile a disposizione, per prepararsi a nuove eventuali segregazioni in casa. Il combinato disposto dei due elementi porta ad una conclusione quasi obbligata: la fuga dalle città, che dopo decenni tornano a svuotarsi a favore delle campagne circostanti. Non è una cattiva notizia.
Per commentare la rubrica con l'autore, scrivi a: fdelzio@luiss.it