Blasi-Totti fu solo un matrimonio? No, molto di più. "Messaggero" (12/7): «Totti&Ilary, la favola è finita». "Stampa" (12/7): «Il sogno infranto del Paese che vuole credere alle favole». "Libero": «Credevamo fossero i nuovi "Sandra e Raimondo", ma era solamente un nostro desiderio». Anche la "Repubblica" (12/7), vedremo tra poco, evoca la «favola». Sogni, desideri, favole… i quotidiani scelgono questa inafferrabile area semantica per raccontare i comunicati disgiunti con cui Blasi e Totti, in ordine alfabetico e non di gol segnati, annunciano la fine di un rapporto lungo vent'anni. Forse il problema è anche, annota Massimo Gramellini sul "Corriere" (12/7), che «l'Italia è un paese orfano di una famiglia reale», e gli orfani i genitori tendono a inventarseli. Certo, l'amore eterno... Lo sottolinea anche Andrea Cuomo sul "Giornale" (12/7): «La fine di Fralary" (ci proviamo ma non è un granché) dà un piccolo dolore a tutti coloro che credono che l'amore vinca su tutto, o al massimo pareggia». Nessun dolore ma anzi una malcelata soddisfazione nel commento più chiacchierato, esecrato, esaltato: quello di nonna Natalia Aspesi ("Repubblica", 12/7). «Finalmente una buona notizia!» esordisce con l'esclamativo in prima pagina. Ironia? Il titolo toglie il dubbio e rincara la dose: «Finisce la favola, evviva la normalità». Nessuna ironia no davvero: «Trovo la separazione dei due amabili divi molto rasserenante. Perché è la storia di una coppia tradizionale, niente di moderno». La separazione è «per loro certamente dolorosa e segno di un privato fallimento, ma anche di scelta di normalità, quindi di libertà». L'unica ironia è quella di Mario Caucci, ex marito di Noemi Bocchi, la nuova fiamma attribuita a Totti. Dal "Giornale" (13/7): «Totti è il mio salvatore. Magari se la prendesse lui». Siamo solo alla prima puntata, tutto normale.