Due santi alle radici della fede nel cuore dell'Europa, pilastri di una Chiesa, quella di Aquileia, capace di tenere insieme popoli e culture diverse sotto il segno del Vangelo. La memoria dei santi Ilario e Taziano oggi ci ricorda proprio le radici comuni sulle quali si fonda l'intero Vecchio Continente. Nel Martirologio geronimiano il nome di Ilario corrisponde a quello del secondo vescovo di Aquileia, associato, come si usava al tempo, al "suo" diacono, Taziano. Secondo la tradizione i due esponenti della comunità cristiana di Aquileia subirono il martirio sotto Numeriano il 16 marzo 284. Secondo alcuni studi però la loro morte sarebbe da anticipare di una trentina di anni, al tempo dell'imperatore Decio. Ciò che è certo è il segno profondo lasciato dai due martiri ad Aquileia, dove già nel IV secolo si trovava un "martyrium" a loro dedicato. Nel 586 per timore dei Longobardi, il patriarca Paolo si rifugiò a Grado, portandovi i corpi dei santi martiri, fra cui quello di Ilario e Taziano. A Gorizia già all'inizio del XIII secolo era loro dedicata una chiesa, che oggi è la Cattedrale.
Altri santi. Sant'Eusebia, badessa (VII sec.); san Giovanni de Brebeuf, martire (1593-1649).
Letture. Romano. Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28.
Ambrosiano. Gen 14,11-20a; Sal 118 (119),41-48; Pr 6,16-19; Mt 5,38-48.
Bizantino. Gen 7,6-9; Pr 9,12-18.