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Il “Dominion” della fantascienza

Andrea Fagioli mercoledì 6 luglio 2016
«Venticinque anni fa Dio scomparve. I suoi angeli ritennero responsabili gli uomini e dichiararono guerra all'umanità. Fu l'arcangelo Gabriele a guidare lo sterminio sperando di liberare il mondo dagli umani e di recuperare il dominio. Alcuni degli angeli superiori si rifiutarono di prendere posizione... Ma Michele, il più grande di tutti gli arcangeli, scelse di combattere insieme agli uomini.... Nel frattempo si diffuse la voce che Michele aveva salvato un bambino che sarebbe diventato il salvatore dell'umanità...». Parte da questa premessa la serie Dominion, il lunedì su Rai4, giunta alla seconda stagione (si dice sia anche l'ultima), ideata da Vaun Wilmott rifacendosi esplicitamente al film Legion. Ma venticinque anni sono appunto passati e il prescelto, Alex, è ormai un uomo e ha scoperto la sua vera natura schierandosi a fianco di Michele. In questa seconda serie c'è anche una piccola comunità che per difendersi dai “posseduti” è costretta ogni cinque anni alla confessione di tutti i peccati e al sacrificio di uno dei suoi membri. A parte questo, in Dominion c'è molta più fantascienza che religione. E come tale molta più propensione all'agnosticismo che alla fede. Gli elementi religiosi che ci sono, sono funzionali alla storia, alle lotte, che diventano anche lotte di potere. La necessità di difendersi dall'esterno si trasforma in strumento di controllo interno. Al pari di altre serie o di altre fiction, le religioni del passato o del futuro sono generalmente appannaggio di un gruppo dominante che le sfrutta per mantenere il potere. Mentre antico e moderno si mischiano nelle ambientazioni, ma anche riproponendo in forma di flashback i fatti “storici” che hanno portato alla divisione tra i due fratelli arcangeli e alla successiva guerra in cui sono coinvolti angeli delle schiere inferiori che garantiscono violenti confronti senza esclusione di colpi, sangue a sfare, scene macabre qualcuna delle quali mette anche a dura prova lo stomaco. Ad esempio quando Alex deve recuperare una chiave dal corpo di un posseduto e non trova niente di meglio che frugarvi all'interno. Come spesso succede in questi casi, la serie è apprezzata dagli amanti del genere per i quali la storia potrebbe funzionare anche senza gli arcangeli, se non fosse che aggiungono quel tanto di mistero religioso o pseudotale con la “m” minuscola.