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Il «supremo interesse dei bambini»? Mamma e papà veri

Pier Giorgio Liverani domenica 19 aprile 2015
Qual è il «supremo interesse dei bambini», quello di cui parlano le “carte” universali delle Nazioni Unite? Per un tribunale italiano dotato di qualità creative e per la Repubblica (giovedì 16) è senza alcun dubbio l'avere due mamme: la prima autentica solo a metà (ha messo insieme un proprio ovulo e un seme di un padre senza nome né amore e a pagamento) e la seconda senza altro legame che una cura temporanea, meno di una balia. Il giudice ha evocato questo strano supremo interesse per risolvere la lite tra le due mamme omosessuali, sorta perché quando il loro ““amore”” (doppie virgolette) è finito in rottura totale, la madre biologica si è portata via il bambino negando alla ex compagna il diritto a vederlo e a goderne, poi creato per vie giudiziarie. Per capire quale sia il vero scopo cui mira questa sentenza è utile un libro in cui una ricercatrice presso l'Università di Foggia definisce «le famiglie» come semplici «luoghi di incontri e di confronti» (un po' poco…). Ne tratta un articolo del Corriere della Sera (stesso giorno) secondo il quale «il nucleo tradizionale madre-padre-figli si è arricchito nel tempo di nuovi modelli, come le famiglie monogenitoriali, le famiglie allargate o quelle omosessuali». Arricchito? Non basta: «Alla fragilità» che il libro attribuisce a «questo momento di transizione, si contrappone la capacità di applicare, anche all'interno della microsocietà familiare, le stesse dinamiche utilizzate a una scala maggiore: il principio di democrazia all'interno del sistema». Insomma, aggiungere la “famiglia democratica” e quindi politicamente corretta. Si scopre così che il bambino, lungi dal vedersi accudito secondo il suo proprio «supremo interesse», si trova ad essere usato come uno strumento, un chiavistello per aprire la strada, invece, al «supremo interesse» delle coppie omosessuali. Per queste si dovrebbe inventare un diritto non solo alle nozze, ma anche a una figliolanza mascherata da una specie di parziale adozione. Insomma: «Pari diritti sui figli ai gay che si separano», come reclama e approva Repubblica. Si noti bene: «diritti sui» figli, come se fossero cose, sia pure preziose.L'UGUALE DIFFERENZAUn'altra simile manovra sembra tentata dal Fatto (giovedì 16) a sostegno della “teoria del gender”, questa volta servendosi del Papa. «Francesco ha ragione», scrive Caterina Soffici: «Ieri, durante l'udienza del mercoledì dedicata al tema del legame tra uomo e donna, ha detto: “Mi chiedo se la cosiddetta teoria del gender […] mira a cancellare la differenza perché non sa più confrontarsi con essa [… e perché] la rimozione della differenza è il problema, non la soluzione”». Poi, dopo una panoramica sulla «uguaglianza che non è mai piaciuta alla Chiesa», ecco la sparata: «Caro Francesco, va bene esaltare la diversità, ma attenzione a non giustificare la disuguaglianza». Richiamo non giustificato: nel discorso che ha motivato il dubbio del Fatto, il Papa ha detto che «la differenza sessuale […] nell'uomo e nella donna porta in sé l'immagine e la somiglianza di Dio […] Non solo l'uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l'uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio». Più uguaglianza di così non si può, anche se i laicisti non capiscono la differenza nell'uguaglianza.MATERIA AL BUIOI fisici sono riusciti, scrive Il Mattino (giovedì 16), a catturare qualche «segnale anomalo che potrebbe essere la prima prova indiretta delle particelle che formano la materia oscura, quella misteriosa e invisibile che costituisce il 25 per cento dell'Universo». Strano: l'Universo è ancora in gran parte misterioso e invisibile, ma certi scienziati sono sicuri che nessuno l'ha fatto.