Un altro personaggio caratteristico della tradizione presepiale è la lavandaia, rappresentata nell'atto di stendere ad asciugare i panni candidi e puliti del parto della Madonna. Questa figura assai diffusa in molte narrazioni popolari è spesso associata al personaggio della levatrice che, dopo avere “levato” il bimbo dal grembo materno ed averlo aiutato a venire alla luce, lo lava, purificandolo dalle impurità del parto verginale di Maria. Protagonista di tante sacre rappresentazioni medievali, ispirate ad alcuni passi tratti dei vangeli apocrifi, l'immagine della lavandaia è presente anche in tanti canti popolari che narrano il momento in cui la donna lava i panni del bambino Gesù. Attorno a questo personaggio, rappresentato nella sua duplice funzione sia di testimone del parto verginale che di figura purificatrice che fa nascere nuova vita, la tradizione popolare ha generato una serie di canti diffusi in molte regione italiane che hanno come oggetto i panni di Gesù bambino, venerati come uno straordinario esempio di fulgido candore che evocano in maniera premonitrice il sudario e la morte di Gesù Cristo. Questo particolare modello simbolico che associa nascita, passione e morte di Gesù ritorna anche in altre figure presepiali. Talvolta in alcuni di questi canti a lavare i panni è la stessa Madonna, quasi a suggellare una sovrapposizione simbolica fra le due figure femminili. Va osservato però che nelle scene in cui la Madonna appare protagonista l'azione narrativa assume un carattere speciale: ogni scena poetica diventa straordinaria e genera ammirazione, come la pietra su cui li bagna che è di marmo pregiato e i rami su cui li stende che sono pieni di fiori, così come recita questa preziosa filastrocca marchigiana, ancora largamente diffusa nell'area di Fermo:
“Chi vo' vede' Maria che lavava
quanno li panni del figlio bagnava
sopra 'na pietra che c'era vicino
ch'era 'na pietra de màrmoro fino
Dall'alberello 'ndo' ce li spandeva
ramo pe' ramo li fiori coglieva
ramo pe' ramo n'ha còto 'n bel mazzo
la santa Madre col Figlio sul braccio.”