Il video della mamma disoccupata e gli altri «esperimenti sociali»
Mentre apprezzo l'intelligenza e i fini dell'intera campagna e segnatamente la fattura di questo video, confermo che il genere «esperimento sociale», in bilico tra realtà e fiction, prospera in Rete, ma non sempre con finalità ugualmente trasparenti. Lo spiega, con un post che risale a più di tre anni fa, l'espertissima Annamaria Testa: sul suo blog "Nuovo e utile" ( tinyurl.com/y9ytqyb2 ) e parallelamente su "Internazionale" parla di centinaia di migliaia di filmati il cui «stesso moltiplicarsi ci dice che, in un modo o nell'altro, coinvolgono». Figli un po' degli studi sociali e molto degli studios televisivi (le candid camera), i loro temi più ricorrenti sono: «sesso, disagio, abbandono, indifferenza, violenza», ma anche la sensibilità religiosa delle «vittime», aggiungo io, ne viene talvolta testata. Prodotti spesso da singoli utenti, «alcuni sono struggenti, pochi sono divertenti, molti sono sgradevoli»: puntano «sul nostro voyeurismo e le nostre emozioni» per «guadagnarsi un facile successo» digitale. Da maneggiare con cautela.