IL VETRO INFRANTO
il loro contrario come infelicità, scontentezza, amarezza, tristezza, insoddisfazione, malinconia, dolore, afflizione, mestizia e altro ancora. Ecco, allora, la verità del proverbio tedesco che si affida all'immagine così pertinente del vetro: è trasparente, limpido, rispecchia, brilla ma basta una disattenzione o un piccolo ciottolo per ridurlo in schegge disperse per terra. Bisogna, dunque, custodire la gioia con cautela e premura. Essa non è genuina quando è eccessiva, pagliaccesca, esagerata, "caciarona" (come si dice a Roma). Lo scrittore francese ottocentesco René de Chateaubriand osservava che «la vera felicità è semplice e costa poco, ma è rarissima». Non la si può acquistare - al massimo si compra il piacere -, non la si ha ma vi si è, vivendo con noi stessi, con la nostra dimensione più profonda e spirituale. Proprio per questo è facile perderla, appena si esce in superficie e si diventa sbadati e grossolani, immaginando che essa sia fuori di noi stessi e nelle cose.