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Venceslao. Il vero segno di un amore che non è del mondo

Matteo Liut sabato 28 settembre 2024
Anche se la violenza del mondo sembra prevalere, alla fine sarà solo l’amore a dire l’ultima parola, perché è nel cuore che abita ciò che ci rende davvero umani. Testimoniare il Vangelo significa diventare apostoli del cuore, mostrando al mondo la vera origine di tutto ciò che possediamo: Dio stesso. Nello scontro tra questo stile controcorrente e la mentalità del mondo sono tante le persone che hanno pagato con la vita. Come san Venceslao, sovrano boemo vissuto nel X secolo, che ebbe il coraggio di opporsi alle dinamiche dei potenti. Era nato a Praga forse nel 907, in un tempo in cui nella sua terra la fede cristiana era osteggiata dalla forte presenza pagana. Figlio del duca di Boemia, fu cresciuto alla luce del Vangelo dalla nonna paterna, Ludmilla. Dopo la morte del padre Venceslao si ritrovò, giovanissimo, a governare, impegnandosi, tra l’altro, a diffondere la fede. La sua opera di evangelizzazione, però, trovò l’opposizione della nobiltà pagana, che era appoggiata dal fratello di Venceslao, Boleslao. E fu proprio quest’ultimo, assieme a un gruppo di sicari ad attaccare Venceslao una mattina dell’anno 935, mentre si recava in chiesa a Stara Boleslav: difesosi dalla spada del fratello, il duca fu ucciso dagli altri nobili. Altri santi. Santi Lorenzo Ruiz di Manila e 15 compagni, martiri (XVII sec.); beato Giovanni Paolo I, Papa (1912-1978). Letture. Romano. Qo 11,9-12,8; Sal 89; Lc 9,43-45. Ambrosiano. Dt 15,12-18b; Sal 97 (98); Fm 1,8-21; Mt 8,5-15. Bizantino. 1Cor 15,58-16,3; Lc 5,17-26. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata