Mini riforma previdenziale oltre Tevere, indispensabile per garantire l'equilibrio del Fondo Pensioni vaticano. Il rescriptum con le nuove regole che ritoccano l'attuale disciplina, approvato dal Papa, entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2010. Anche il Fondo vaticano non ha potuto sottrarsi a un aumento dell'età minima per il collocamento a riposo del personale iscritto. Un'elevazione di 2 anni, che tiene conto tuttavia del percorso verso la pensione già maturato dai vari dipendenti attualmente in servizio. Per il personale laico, a richiesta degli interessati che compiano 65 anni di età, il collocamento a riposo potrà essere prolungato a 67 anni. Parallelamente, anche il personale ecclesiastico e religioso già in servizio e che compia i 70 anni, ha la facoltà di prolungare il collocamento a riposo ai 72. Per tutti però, laici e religiosi, il rinvio del pensionamento è subordinato alla approvazione del Capo del dicastero o dell'ente di appartenenza. Sono interessati al prolungamento dell'attività lavorativa circa 1.900 dipendenti. L'aumento dell'età diventa invece regola unica ed obbligatoria per il personale che sarà assunto in servizio a partire dal prossimo anno. I laici andranno tutti in pensione a 67 anni, gli ecclesiastici e i religiosi avranno invece la pensione non prima dei 72 anni. L'elevazione dell'età non riguarda i cardinali e i vescovi capi-dicastero della Curia (prefetti, presidenti, segretari dei Consigli e delle Congregazioni pontificie), per i quali la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988 prevede il limite di età a 75 anni e rinviabile solo per decisione ad personam del Papa.
A sostenere la riforma della previdenza vaticana concorrono sia il rinvio della spesa per le pensioni (grazie all'aumento dell'età pensionabile) sia un aumento corrente dei contributi a carico delle Amministrazioni. Le aliquote del conto ordinario saliranno " anche queste dal 2010 " dal 25% al 26% e quelle del conto speciale della Gendarmeria dal 31,25% al 33%.
Convenzione con l'Italia. La riforma interna allo Stato vaticano ha effetti indiretti sulla convenzione per la sicurezza sociale tra l'Italia e la Santa Sede, in vigore dal 1° gennaio 2004. L'accordo previdenziale " che resta immutato nel suo impianto originario " consente di cumulare i contributi versati rispettivamente in Vaticano e in Italia, al fine di maturare un unico trattamento pensionistico. I dipendenti vaticani, interessati alla convenzione, possono mettere in conto la maggiore anzianità di servizio raggiungibile ora con l'aumento dell'età pensionabile.
Collaborazioni. Agli iscritti al Fondo vaticano che svolgono una collaborazione in Italia, soggetta alla iscrizione nella Gestione Inps dei collaboratori, si applica il contributo più alto (25,72%) stabilito per i collaboratori in Italia senza altra cassa di previdenza. Così ha stabilito il Ministero del lavoro in risposta all'interpello n. 35/2008.