Che società sarebbe quella basata sull’amore che dona tutto se stesso senza chiedere nulla in cambio? Di certo non sarebbe un mondo che fa del potere l’unico criterio valido per valutare le persone e pesare l’importanza delle relazioni. Sarebbe un mondo di pace dove ciò ce viene prima di tutto è la dignità degli esseri umani. Il progetto di un mondo per il quale diedero la propria vita i due santi martiri Faustino e Giovita, uccisi nel II secolo a Brescia. Secondo la tradizione essi erano entrambi di famiglia pagana ed erano cavalieri dell’impero. Vennero convertiti al cristianesimo, però, dal vescovo Apollonio che in seguito ordinò Faustino prete e Giovita diacono. Il loro successo nella predicazione a Brescia suscitò l’ira dei “tutori” dell’ordine e della vita pubblica della città. Venne quindi chiesto al governatore della Rezia, Italico, di intervenire. Egli quindi denunciò i due come nemici della religione pagana (e quindi dell’impero) davanti allo stesso imperatore Adriano, approfittando di una sua visita a Milano. Alla richiesta di rinnegare la propria fede e di sacrificare al dio sole, essi rifiutarono. Vennero quindi condannati a morte, ma furono salvati da diversi prodigi. Furono quindi allontanati da Brescia e portati a Milano, Roma e Napoli: in nessun luogo fu possibile, però, dare loro la morte. Riportati a Brescia furono decapitati il 15 febbraio di un anno tra il 120 e il 134.
Altri santi. Santa Giorgia, vergine (VI sec.); beato Michele Sopocko, sacerdote (1888-1975).
Letture. Romano. Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25.
Ambrosiano. Qo 8,16-9,1a; Sal 48 (49); Mc 13,9b-13.
t.me/santoavvenire
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