Quali sono le nostre stelle? Quali i nostri punti di riferimento che orientano la nostra vita nelle nostre “notti dell’anima”? È forse questa domanda provocatoria che dovremmo ricavare dalla figura di san Lorenzo, martire celebrata nel cuore dell’estate e associato dal fenomeno delle “stelle cadenti” che caratterizzano questo periodo dell’anno. In realtà la sua storia rimanda più alla testimonianza di un Vangelo che, come il fuoco, mette a nudo l’essenziale, brucia il superfluo e per questo mostra al mondo ciò che conta davvero. Un fuoco che mai nessuna autorità, mai nessun potere del mondo può spegnere o controllare per i propri interessi. La tradizione vuole il diacono Lorenzo, originario della Spagna, arso su una graticola forse nel 258, sotto l’imperatore Valeriano, che aveva scatenato una violenta persecuzione contro la Chiesa di Roma. In realtà, questo imperatore non avrebbe ordinato persecuzioni, per cui probabilmente quello della graticola è un particolare aggiunto. Più probabilmente egli venne decapitato, come era toccato anche al Papa, Sisto II. Quasi certamente però Lorenzo venne preso di mira perché a lui toccava la gestione dell’attività caritativa della comunità cristiana romana. “Dov’è il tesoro della Chiesa?”, gli venne chiesto sotto minaccia di morte e lui non esitò a indicare i poveri, gli storpi e i malati che lo avevano seguito davanti al prefetto imperiale, dopo che proprio a loro aveva distribuito tutto ciò che amministrava per conto della comunità cristiana e che gli era stato chiesto di consegnare. Per quel tesoro egli diede la vita e divenne uno dei santi più amati dalla devozione popolare.
Altri santi. San Blano, vescovo (VI sec.); beato Francesco Drzewiecki, martire (1908-1942).
Letture. Romano. 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26.
Ambrosiano. Is 43,1-6; Sal 16 (17); 2Cor 9,6b-9; Gv 12,24-33.
Bizantino. 2Cor 4,1-12; Mt 24,13-28.
t.me/santoavvenire