Il trasporto penalizza l'ortofrutta
Secondo alcune rilevazioni della Coldiretti, i costi della logistica e del trasporto per l'ortofrutta arrivano a coprire il 30-35% del totale delle spese di produzione. E non basta, perché in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari è assorbito proprio dagli oneri di trasporto. Dietro tutto ciò, ovviamente, è l'impennata dei costi dei carburanti visto che l'80% dei trasporti italiani avviene ancora su gomma. E sono gli stessi carburanti che in qualche modo spingono in alto anche i costi delle altre materie prime, che a loro volto soffiano sull'indice generale dei costi di produzione: stando agli ultimi dati definitivi disponibili " quelli di febbraio " in agricoltura l'indice dei costi è cresciuto del 9% su base annua.
Un dato dietro il quale stanno balzi in avanti notevoli di alcune materie prime come i fertilizzanti (+30,1%), i mangimi (+22,4%) e i carburanti (+7,4%). La prospettiva a questo punto è chiara. Secondo la Coldiretti " ma la valutazione è comune a molti osservatori del comparto - a rischio è la competitività delle imprese made in Italy. Una prospettiva che, per i produttori, va affrontata con interventi strutturali che significano un'accelerazione verso modalità di trasporto più efficaci, l'uso più spinto delle energie rinnovabili, ma anche una migliore aggregazione dell'offerta.
Eppure, l'ortofrutta nazionale continua a stupire. Secondo alcune prime indicazioni diffuse in vista dell'edizione 2008 di Macfrut " la più significativa manifestazione del comparto " l'export è cresciuto dell'11% fino alla cifra di 3,4 miliardi di euro con un aumento del saldo attivo del 51,9%. Senza contare la cosiddetta ortofrutta di IV gamma che sta avendo una forte crescita anche in Italia, che oggi è diventata il secondo mercato in Europa dopo la Gran Bretagna, sfiorando i 700 milioni di euro di valore. Numeri confortanti, quindi, che vanno di pari passo con i 22,8 miliardi di euro di giro d'affari complessivo e le 23,8 milioni di tonnellate di frutta, ortaggi ed agrumi prodotti nel Belpaese. La nostra uva, le nostre mele e gli ortaggi più vari continuano quindi a varcare i confini. Il problema è come e con quali tempi. È proprio da questo scenario che occorre trovare la spinta per mettere mano non solamente alla ricerca e alle tecniche di produzione, ma anche a metodologie di trasporto più consone a un settore che ogni anno sposta qualcosa come oltre 3 milioni e 700 mila tonnellate di prodotti.