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Il tempo è venuto

Davide Rondoni sabato 18 maggio 2013
«Sembrava divorato da qualcosa…» dice Andrea. «Ha fatto persino una frusta di corda per quei mercanti. E…». Il Battista socchiude gli occhi di bosco e di buia giada. Sul volto scarno il sorriso accennato non scompare. Sembra quasi che immagini la scena. Bisbiglia: «Come Geremia…». Il battito di un drappo di stoffa grezza rompe il silenzio. Intorno, lungo le sponde del Giordano, ci son le tende di chi viene a battezzarsi. «Molti lo prendono per pazzo!» interviene uno dei discepoli, seduto dietro ad Andrea. Il Battista non ha alcuna reazione. Dopo pochi secondi dice lentamente: «Gli avete chiesto chi è?». Si sentono dei belati, colpi di ala e voci in lontananza. «Sì, maestro. Ci ha detto di salutarti di cuore e di dirti quello che vediamo: gli storpi camminano, i ciechi vedono». Occhi socchiusi del Battista. Li apre, fuoco luminoso. «State con lui, state con lui. Il mio tempo è venuto. Nubi nere si addensano. Lui vi battezzerà non più con acqua ma con lo Spirito di Dio. E io, io non sono degno di sciogliere nemmeno i legacci dei suoi sandali». Poi muovendo un sasso nella sabbia dice: «È lui che deve crescere e io diminuire». Si è alzato in piedi. Non lascia tempo di replicare. I discepoli lo guardano commossi. Li abbraccia uno a uno. Esce, e la luce del sole lo sbrana al loro sguardo.