Il conflitto tra il diritto alla vita e il libero arbitrio è tema eterno della storia dell'umanità. Sia quando nell'aspetto più ancestrale delle religioni il dovere del sacrificio, attraverso la ritualità della violenza, ne istituzionalizzava l'armonizzazione (Girard), sia quando il diritto alla vita (che per il cattolico è dovere) smuove situazioni poco gestibili sul piano del diritto pubblico e privato, come di fronte ai grandi eventi epidemici. Allora succede che il Male entra in anomala conflittualità con l'umano, responsabile e vittima della lesione alla propria vita quotidiana. In questo senso, la malattia è sempre un mistero che ci sfugge, “appare” e fa il suo decorso secondo un rapporto di causa effetto non sempre chiaro. Il male del potere, il potere del male e i nostri corpi… Ed è per questo che mi piace affidarmi ancora alle lapidarie parole dello stesso René Girard, massimo antropologo cattolico: «Se Dio ha permesso a Satana di regnare per un certo periodo sull'umanità, è perché sapeva fin dal principio che, venuto il momento, il Cristo avrebbe prevalso su questo avversario morendo sulla Croce. La Sapienza divina aveva previsto da sempre che il meccanismo vittimario sarebbe stato rovesciato (…) e che né Satana né le Potestà avrebbero potuto impedire questa rivelazione».