Il super-oroscopista: «Pensate alla salute»
DISTRAZIONI BIBLICHE
Secondo (don) Enzo Mazzi «i racconti evangelici dell'infanzia di Gesù sono mitici, non storici. Non narrano fatti realmente accaduti. Gesù, ad esempio, quasi certamente non è nato a Betlemme, non in una stalla e via di questo passo. I racconti evangelici dell'infanzia offrono simboli...» e così via (il Manifesto, 24 dicembre). Il giorno seguente, nel suo Messaggio Urbi et Orbi, il Papa ha ricordato che «l'incarnazione del Figlio di Dio è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa» e la liturgia della Parola di oggi s'inizia con un brano del Siracide che esalta «la Sapienza [...] in mezzo al suo popolo» (Sir 24,1), ma (don) Enzo Mazzi sembra non apprezzarla. Sospetto: distratto da Babbo Natale, invece della Bibbia avrà letto l'"Inchiesta su Gesù" di Augias e Pesce.
I "LUMI" SENZA LUCE
C'è un giornalista, che il mensile Confronti (numero di dicembre) presenta come cristiano esemplare, il quale, «convinto da una parte della preziosità di credere nel Dio di Gesù Cristo e, dall'altra, deciso a nulla imporre ai figli in materia di coscienza», spiega in un libro perché non li ha fatti battezzare»: non vuole obbedire a un «malinteso obbligo d'amore [...] Il Vangelo è una parola che si può accogliere o rifiutare da adulti, in libera, consapevole e autonoma coscienza». Supponiamo che sia così, cioè che il peccato non sia trasmesso addirittura per nascita e che «non trasmettere agli altri ciò che costituisce il senso profondo della propria esistenza» (vedi Orientamenti Pastorali 2010, n. 10) sia giusto: perché, allora, lo sarebbe insegnare ai figli la buona educazione, mandarli a scuola e le altre cose cui persino la Costituzione obbliga i genitori? Non sarebbe "giusto", invece, lasciarli crescere nella condizione del "buon selvaggio" di Jean-Jacques Rousseau (1762), in piena stagione dei Lumi? Come diceva un libro dello scrittore napoletano Domenico Rea, "Gesù, fate luce".