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Il successo di Mastodon, il social che sfida Twitter

Gigio Rancilio venerdì 11 novembre 2022
Si chiama Mastodon, è nato nel 2016, ma solo ora sta avendo un vero successo. È diventato infatti il social che raccoglie gli utenti in fuga da Twitter. Dopo che Elon Mask ha comprato il social dei “cinguettii”, gente famosa e persone semplici hanno deciso di abbandonarlo. E molti di loro sono passati a Mastodon. Cioè al social europeo, il cui nome è un omaggio all’animale primitivo simile a un elefante, vissuto da 4 milioni a 10.000 anni fa. Fondato dal tedesco Eugen Rochko, in questi giorni Mastodon sta raggiungendo i 5 milioni di iscritti. Nulla rispetto agli oltre 200 milioni di utenti di Twitter. Ma abbastanza per non fare l'errore di sottovalutare quello che viene definita «l’alternativa etica a Twitter». Un social che non ha un unico proprietario ma che si basa su nodi digitali diversi decentralizzati (chiamati istanze). Il che lo rende di fatto un social autogestito dagli utenti. Caratteristica di Mastodon è che «non ha pubblicità, non usa algoritmi che impongono determinati contenuti, combatte la diffusione d'odio e il bullismo online, e protegge i dati personali degli iscritti». Ogni istanza ha un proprio design e proprie regole. Ad esempio su Mastodon.uno, che è la prima istanza generalista indirizzata ai soli utenti di lingua italiana, «è vietata l'apologia di fascismo, così come il razzismo, il sessismo,
la diffusione di fake news , il proselitismo e l'intolleranza religiosa». A vigilare sulla correttezza dei contenuti sono gli utenti stessi che, in caso di violazioni, li segnalano ai gestori delle istanze. Qualunque utente di Mastodon, indipendentemente dall’istanza nella quale si è iscritto, può comunicare con tutti gli altri. In fondo non è diverso da come funzionano le mail. Indipendentemente dal servizi che usiamo possiamo inviare e ricevere messaggi “a” e “da” chiunque. A livello pratico su Mastodon si possono pubblicare testi (fino a 500 caratteri), immagini e link proprio come su Twitter (la differenza è che non si postano tweet ma toot). I post su Mastodon possono essere condivisi, citati e ricevere mi piace , come su Twitter.
Capitolo tutt’altro che secondario è quello economico. Come fa a stare in piedi il social Mastodon? «Alcuni operatori di istanze mastodon - spiega la guida ufficiale - si affidano al crowdfunding, cioè alla generosità dei loro utenti tramite Patreon e servizi simili». Non esiste un socio di maggioranza. Non esiste un “padrone”. Nessuno può veramente controllare tutto. Una persona o un’azienda può controllare un nodo (un computer-server) ma non potrà mai controllarli tutti, anche perché chiunque può crearne uno nuovo, aggiungendolo al sistema.
Uno dei lati negativi di Mastodon riguarda la moderazione
che non funziona come dovrebbe, nonostante l’impegno degli utenti e degli amministratori delle istanze. Anche la lotta ai profili falsi sembra avere qualche problema. Ma in generale il clima che vi si respira e il livello dei contenuti per ora appare superiore alla media di ciò che si trova su Twitter.
Al momento è difficile ipotizzare quale sarà il futuro di Mastodon e se davvero diventerà un’alternativa importante a Twitter. Tanto più che forse ricorderete ciò che è accaduto nel gennaio 2021 quando si diffuse la notizia (non vera per l’Europa) che la privacy di WhatsApp sarebbe cambiata non tutelando più gli utenti. Molti migrarono su Telegram. Molti di meno su Signal. E di quest’ultimi la maggior parte è tornata su WhatsApp, dopo poche settimane. Eppure l’Europa sembra credere a questa via alternativa allo strapotere social americano. Anche se il vero potere è nelle nostre mani. Saremo noi, con le nostre scelte, a decretare o meno il successo di questo modello autogestito o di quello alla Elon Musk.
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