Il sottile piacere di scaldarsi al ricordo dei giorni che più hai amato
Ma ecco gli amici sui rami delle querce così immersi nelle storie di Salgari da non accorgersi del tempo che passava. Le mucche intanto strappavano l'erba fresca con tale piacere che avrei voluto anch'io provare, se non mi fossi sentita addosso gli occhi di mia madre che aveva la capacità di trovarsi allo stesso tempo ovunque fosse necessaria la sua presenza. D'improvviso un brontolio noto si alzò dalla montagna e un'aria fredda mi coprì le spalle. La porta della casa era già aperta per tutti e la stanza ebbe per noi il calore di un abbraccio. Là in fondo, mio padre con le vecchie molle di ferro girava la legna nel caminetto e con il soffio dava vita al fuoco che sembrava rispondere con un violento respiro. Ma come, eravamo diventate già grandi? Leggevo per lui i giornali, ascoltavo le letture che ci faceva dei classici perché lo studio prendesse l'aspetto di un compagno di vita e non un obbligo privo di interessi. Il grido del vento che precipitava dal bosco sembrava si fermasse alla porta perché ci fosse possibile ascoltare quella voce calma e sicura che ci regalava certezze e dava sapore alla nostra vita.
Ma adesso ho freddo. Il caminetto si è spento? Non c'è il tepore del fuoco, è sparito il prato e il vento. Sono sola sulla mia poltrona con i miei sogni e penso come corre veloce la vita, ma quale dono meraviglioso è la memoria che ti fa vivere quando e quante volte vuoi i giorni che più hai amato.