Cerco famiglia. Pedro, divenuto un “codice” ora vuole tornare ragazzino
Pedro ha 12 anni e una storia triste da raccontare. Nel luogo in cui ora si trova è stato catalogato come “adolescente sin problemas de salud”, adolescente senza problemi di salute. Gli è stato quindi assegnato il codice 25 ed è stato inserito nel database dell’Autorità peruviana per le adozioni da quasi due anni, sperando che qualche operatore dal cuore grande, si interessi al suo caso e cerchi una famiglia per lui.
Insieme a lui, col codice 254 ci sono tre fratelli legatissimi tra loro che cercano una famiglia così speciale da poterli accogliere tutti insieme: hanno 13, 9 e 6 anni e da tempo gli operatori stanno cercando una famiglia per loro.
Purtroppo, però, la situazione è molto complicata, il tempo scorre e i tre fratelli diventano anno dopo anno più grandi e le possibilità di incontrare una famiglia svaniscono.
Con il 167 c’è una ragazzina. Ha poco più di 14 anni, ed è stata schedata come “sana”. Purtroppo, però, ha una vitiligine sulla pelle delle braccia. Un “difetto” che, così dicono gli assistenti sociali, le ha impedito di essere adottata quando era piccola.
Lei è in istituto da molto più tempo di Pedro, in un sistema di protezione, dove assegnano dei numeri identificativi. Il suo volto, ormai, ha un’espressione triste perché sa che più diventa grande e più si riducono le speranze di trovare una famiglia che la accolga. Che la ami. Che la abbracci.
Ecco, questa speranza Pedro, fortunatamente, ancora non l’ha persa. Anche se ogni mese il database viene aggiornato ed entrano nuovi “iscritti” ad allungare le attuali venti pagine di minori peruviani che sono in attesa di una famiglia, Pedro non molla!
E’ difficile per un bambino così segnato, credere che, dopo essere stato abbandonato dalla mamma, sola e in gravi difficoltà, possa trovare qualcuno che gli apra le braccia e la porta di casa. Oggi Pedro è solo un numero su un file Excel.
Ma davvero sarà sempre e solo questo? Pedro è più del numero 25. E’ un bambino che ha una voglia di abbracci e di baci infinita, di correre dietro a un pallone da calcio con un papà e di andare al parco giochi con la mamma che lo spinga sull’altalena.
Info: Aibi, tel.: 02.98822344
Il sogno di Rachele, abbracciare due genitori
Rachele ha undici anni, il suo papà è morto quando lei ne aveva cinque. Da allora la madre non si è più ripresa e ha iniziato a non occuparsi della figlia. Rachele è stata gravemente trascurata, non ha mai visto il mare, non è mai stata al cinema, nè ha condiviso con la sua mamma momenti di gioia e spensieratezza.