Rubriche

Il silenzio (assordante) dei giovani NEET

Francesco Delzio sabato 19 settembre 2020
«Il silenzio dei NEET» è il titolo di una recente analisi di Unicef Italia. In effetti è assordante il silenzio con cui le istituzioni, gli opinion makers e più in generale i protagonisti del dibattito pubblico affrontano nel nostro Paese la questione dei giovani che non studiano, non lavorano e non svolgono alcun tipo di tirocinio. In Italia sono il 24,1% dei cittadini dai 15 ai 29 anni, pari a circa 2 milioni e 190 mila ragazzi: un esercito di esclusi che consegna all'Italia del 2020 il primo posto nelle statistiche europee del triste fenomeno.
I NEET vivono in una condizione di disagio sociale, culturale e psicologico. Sono quei ragazzi per i quali l'idea di un futuro migliore in cui poter realizzare i propri talenti scompare dall'orizzonte, lasciando il posto all'idea che ci si possa «lasciar vivere» in un presente grigio che si replica sempre uguale a se stesso. Anche perché lo Stato non li aiuta a recuperare il terreno perduto. Servirebbero le famose politiche attive per il lavoro, delle quali si discute da decenni come paradigma della tutela della persona - e non più del posto di lavoro - ma in Italia sono molto timide e spesso inefficaci. Lo dimostra un dato per tutti, proprio nel caso dei NEET: ben 1 milione e 400 mila tra di loro non ha mai incontrato l'operatore di un Centro pubblico per l'impiego oppure lo ha fatto oltre due anni fa, come rivela un'accurata analisi realizzata da Anpal Servizi.
A ben guardare, la diffusione in Italia del fenomeno dei NEET è la cartina di tornasole dell'aggravarsi delle diseguaglianze e delle emarginazioni all'interno della società italiana. Incrociando i dati, si scopre infatti che la possibilità di diventare NEET aumenta del 40% nei ragazzi che hanno qualche tipo di disabilità, che per le giovani donne dopo la gravidanza la probabilità di diventare NEET aumenta del 60%, che i giovani con un basso livello di istruzione hanno possibilità tre volte superiori di diventare NEET rispetto a quelli che hanno conseguito una laurea, che i giovani con un reddito familiare basso hanno maggiori possibilità di diventare NEET rispetto a quelli con un reddito familiare medio, che i giovani figli di divorziati hanno il 30% di probabilità in più di diventare NEET.
Molte speranze aveva acceso il progetto "Garanzia Giovani", nato nel 2013 su iniziativa della Commissione Europea. Ma ha sostanzialmente fallito i suoi obiettivi. Da allora, una spessa coltre di silenzio ha coperto l'assenza di iniziativa politica sul tema. È ora di discuterne, di individuare soluzioni (nazionali), di agire con determinazione.
www.francescodelzio.it

@FFDelzio