IL SICOMORO
19, 1-10). Ebbene, proprio quell'albero semitropicale diventa agli occhi di don Primo un simbolo: su di esso ascende Zaccheo e quella decisione si rivelerà salvifica. Non così, ad esempio, farà il poeta Montale quando confesserà: «Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro/ per vedere il Signore/ se mai passi./ Ahimé, io non sono un rampicante,/ ed anche stando in punta di piedi,/ io non l'ho visto». Don Mazzolari, però, fa riferimento ad un altro arrampicarsi, quello che ha dato origine proprio al termine spregiativo di "arrampicatori" sociali, coloro che non badano a nessuno e, senza decenza e umanità, prevaricano sugli altri, usandoli e gettandoli via per raggiungere i loro scopi e il loro successo. Il loro sicomoro è fatto di creature più deboli sulle quali essi si insediano per salire più in alto e dominare, illudendosi così di essere più gloriosi e baciati dalla fama. Un po' tutti dobbiamo riconoscere di avere qualche volta nella vita approfittato di una persona più semplice, di aver violato la dignità altrui per esaltare la nostra. In quel momento, colpendo il fratello più debole, abbiamo schiaffeggiato Dio stesso, suo difensore.