Il 2020 è stato un anno "eccezionale" per la grande distribuzione, in Italia come in tutto il mondo, per una serie di ragioni. Per l'abnegazione di cassieri e addetti, che subito dopo medici e infermieri sono stati e continuano ad essere i protagonisti più rilevanti sul fronte della resistenza collettiva al virus. Per l'andamento degli affari del settore, uno dei pochissimi ad aver chiuso l'anno scorso con il segno più corroborato da un "gran finale": dal 21 al 27 dicembre le vendite della Gdo sono cresciute di oltre il 7%, poiché gli italiani che l'anno scorso erano in vacanza hanno dovuto trascorrere le festività a casa. Ma soprattutto per la capacità di reazione che le grandi catene nazionali hanno saputo mostrare nel corso dell'annus horribilis, non facendo mai mancare l'essenziale sugli scaffali e sviluppando a tappe forzate modelli innovativi di rapporto con i clienti, dai canali di vendita on line alla distribuzione a domicilio dei prodotti. Le indagini di mercato dimostrano che gli italiani hanno apprezzato questo sforzo, premiando i marchi tricolori. Secondo la ricerca "Italian Grocery Retailer Preference Index" effettuata da Dunnhumby del gruppo inglese Tesco – che ha analizzato 16 insegne della grande distribuzione in Italia sondando un campione di 3mila persone – Esselunga è stata l'azienda del settore che nel 2020 ha soddisfatto maggiormente i consumatori, seguita da Conad e Coop. È un fiore all'occhiello per l'azienda familiare lombarda, che (superate le note traversie familiari) sta costruendo sotto il controllo e la guida di Marina Caprotti un new deal caratterizzato dal rafforzamento delle competenze manageriali, dalla valorizzazione dei prodotti del made in Italy e da un forte impulso alla sostenibilità. Molto interessante è anche la parabola di un altro grande attore italiano del settore, Conad, capace nel 2019 di acquisire la rete italiana di Auchan: l'integrazione e la rifocalizzazione sulla cultura della qualità dei nuovi punti distributivi sarà un passaggio sfidante, così come l'attuazione dell'accordo annunciato con Deliveroo per una piattaforma innovativa dedicata alle consegne a domicilio.
In ogni caso il "salto" compiuto dalla grande distribuzione nell'era del Covid ha aperto una nuova stagione, per un comparto che fino a ieri si muoveva lungo direttrici piuttosto tradizionali. Non si potrà più tornare indietro dalla corsa allo sviluppo dell'e-commerce e dei canali di vendita più innovativi, che ha caratterizzato l'acquisto di beni alimentari nella seconda metà del 2020. Così come è facile prevedere un ulteriore rafforzamento, nei prossimi anni, di un altro fenomeno "esploso" durante la pandemia: la grande attenzione degli italiani verso l'origine, la qualità e la freschezza di ciò che mettono a tavola. È un'evoluzione culturale importante - quest'ultima - coerente con il nostro DNA. Perché gli italiani sono, non a caso, i cittadini europei che trascorrono più tempo in cucina.
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