Rubriche

Madonna di Pompei. Il Rosario, la preghiera che dà forma alle città

Matteo Liut mercoledì 8 maggio 2024
La fede cristiana è ancora capace di dare forma al tempo e allo spazio dell’umanità? È la provocazione che oggi ci consegna Pompei, con il suo Santuario, icona evidente e concreta di come il Vangelo nei secoli abbia plasmato città e ambienti. Si tratta di una testimonianza di come il “sì” pronunciato dalla giovane di Nazareth davanti all’annuncio dell’arcangelo Gabriele abbia creato nei secoli un riverbero di luce e speranza. Perché la preghiera del Rosario, l’antica orazione amata dal popolo dei semplici così come dai santi e dai grandi testimoni della fede, altro non è che il perenne ripetersi di quella disponibilità di Maria davanti al progetto di Dio. E proprio la devozione mariana guidò l’avvocato Bartolo Longo (1841-1926) nella progettazione della “città-santuario” di Pompei, che lui volle dedicare alla Beata Vergine del Rosario. Arrivato in Campania come amministratore dei beni della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, Longo, dopo un periodo di crisi, grazie a un domenicano ritrovò fiducia con il sostegno della preghiera del Rosario. Guidato quindi dalla spiritualità mariana progettò la nuova Pompei dove, nel 1875, arrivò il quadro della Vergine oggi al centro della devozione, prima custodito nella chiesa parrocchiale, poi trasferito nella nuova chiesa, oggi Basilica pontificia. Altri santi. San Desiderato di Bourges, vescovo (VI sec.); beata Ulrica Nisch, religiosa (1882-1913). Letture. Romano. At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15. Ambrosiano. At 28,17-31; Sal 67 (68); Gv 14,7-14. Bizantino. 1Gv 1,1-7; Gv 19,25-27.21,24-25. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata