Rubriche

Il romanzo positivo di Belardinelli, filosofo che sa raccontare

Cesare Cavalleri mercoledì 12 marzo 2014
Non sono molti i filosofi che scrivono romanzi, ma ricordo Vittorio Mathieu che nel 2010 ha scritto un sapido “giallo” intitolato In tre giorni, pubblicato da Mursia. Adesso ci prova Sergio Belardinelli, un filosofo che insegna Sociologia dei processi culturali, che, certamente all'insaputa del precedente di Mathieu, ha scelto un titolo analogo: Tre giorni a caso (Cantagalli, pagine 160, euro 12). Si vede che tre giorni sono la misura temporale giusta per i filosofi romanzieri.È un complimento per Belardinelli costatare che il suo romanzo non sembra scritto da un filosofo. Non perché sia privo di pensiero, ma perché la trama, eticamente forte, è sviluppata da una scrittura propriamente narrativa, non priva di naturale sensualità. I personaggi sono psicologicamente scolpiti, il paesaggio ha la parte che gli compete, i dialoghi sono ben costruiti, e l'architettura letteraria, pur robusta, ha una levità da Alhambra.I protagonisti sono ex compagni di liceo, ormai adulti, legati da quell'amicizia maturata sui banchi di scuola, imprinting che consente, anche se magari da anni non ci si rivede, di riprendere i discorsi dallo stesso punto in cui erano stati interrotti.Roberto, che ha interrotto gli studi di filosofia, ha scelto di fare il libraio, e il suo negozio è propriamente un centro culturale di riconosciuto prestigio, che lo rende appagato. È sposato con Adele, creatura solare, che si sente realizzata come moglie e madre di due bimbe. Giulia è una scienziata di notorietà internazionale, vive a Boston, è tutta presa dalle sue ricerche, non è sposata. Carlo, che a scuola e dopo era uno sciupafemmine, laureato in matematica, ha interrotto l'insegnamento e si dedica alla coltivazione dei poderi di famiglia, in una splendida casa di campagna.I quattro si ritrovano per il funerale di un altro compagno, Vittorio, brillante ingegnere, omosessuale. Omosessuale casto, cioè «non praticante», come egli stesso ha confidato a don Domenico, il severo professore di religione che al funerale ha tenuto una commossa e commovente omelia. Giulia, che non ha partecipato al funerale per un ritardo di coincidenze aeree a Parigi, incontra casualmente Roberto che sta rientrando in casa e, felice, la invita a salutare Adele. La gelida Giulia, che è stata innamorata di Vittorio, perfino gelosa di don Domenico perché a lui Vittorio ha rivelato la sua omosessualità prima che a lei, scopre nel tepore di quella famigliola un genere di felicità che non aveva mai immaginato, e a poco a poco il lettore capisce che il vero protagonista di tutta la storia è l'ascetico Vittorio, al quale i compagni continuano a fare riferimento perché, forse per la sensibilità psicologica acuita dalla sua condizione, per ciascuno di loro, e anche per don Domenico, è padre, fratello, figlio, ascoltato consigliere.Giulia e Adele, l'indomani, si recano al cimitero sulla tomba di Vittorio, amiche come non avrebbero mai pensato di essere, e si aprono alle confidenze. Adele non è sempre stata gioiosa e serena come adesso: ha preso una tremenda sbandata per un collega quando lavorava in ospedale, ed è stato proprio il matrimonio a salvarla, il patto che lealmente aveva stretto con Roberto. Giulia, sempre con la ferita per il suo amore unilaterale, scoprirà più tardi che sua madre aveva tradito il marito ma, rimasta vedova ancora giovane, non aveva voluto rifarsi una vita proprio per espiare quella colpa. Però aveva trasferito il suo dolore anche alla figlia, cresciuta senza amore. Sarà un raffinatissimo pranzo in un famoso ristorante, a riconciliare madre e figlia, che non si erano accorte della possibilità di ricominciare a volersi bene.E quando, il terzo giorno, Giulia accompagnerà Carlo, che ha una gamba ingessata per un incidente, nella sua magione agricola, si accorgerà che non è mai troppo tardi per amare ed essere amata.Tre giorni a caso è un romanzo positivo, che esplora le pieghe del cuore umano fino ai confini dell'indicibile, affacciandosi al groviglio di sentimenti, pulsioni, attrazioni che è dentro ciascuno di noi e che neppure la ragione illuminata dalla fede riesce a decifrare fino in fondo.